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Mercoledì 27 Agosto 2014 - Libertà

«"Misura per Misura" la mia prossima regia»

I progetti di Luciano Colavero, a Piacenza per uno stage alla Filo: ora torno scrittore

PIACENZA - Con lo stage del regista e drammaturgo Luciano Colavero, tra le figure più interessanti della giovane scena teatrale italiana, si è conclusa anche questa stagione teatrale e didattica della Società Filodrammatica Piacentina. Nel nutrito programma di formazione attoriale sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e da Bulla Sport, il seminario scespiriano di approfondimento della pratica scenica tenuto per il secondo anno di fila da Colavero e intitolato stavolta Il dialogo teatrale, un esempio: "Misura per misura" di Shakespeare, è stato un tassello importante.
«Rispetto al lavoro svolto nella passata stagione - ci spiega Colavero - stavolta ho dato un unico testo di riferimento, dal quale ho selezionato ed estrapolato sei frammenti per altrettante brevi scene su cui lavorare. Da una parte il training fisico, che permette di affinare gli strumenti tecnici dell'attore, e dall'altra l'analisi del testo, la lettura e la scomposizione, per capire quali azioni compiere al suo interno. Ho impostato un lavoro analitico, più che di messinscena vera e propria, in cui si parte dall'improvvisazione per scandagliare passo passo i dettagli di ogni scena, di ogni battuta e di ogni legame logico, per imparare a rendere le azioni più ricche, più chiare, più pregnanti».
Non è la prima volta che affronti "Misura per misura", sul quale avevi già impostato un laboratorio l'anno scorso per il Teatro Stabile delle Marche.
«Il lavoro di laboratorio permette di scoprire e approfondire molte cose che quando si allestisce uno spettacolo vengono trascurate. Non dovendo guardare, spesso con fretta, al respiro complessivo della messinscena, si lavora su dettagli e frammenti allargando le maglie del testo: una mezza paginetta da un minuto può arrivare a durarne cinque. Il percorso su Misura per misura è ancora in fieri. L'anno scorso l'esito dello stage nelle Marche è stato uno spettacolo, ma il percorso di ricerca non era ancora concluso ed è proseguito proprio con questo laboratorio alla Filo. Sto continuando il percorso di indagine del testo per arrivare a metterlo in scena professionalmente in teatro, spero il prossimo anno».
Guardando oltre, quali sono gli impegni del momento e le prospettive per la prossima stagione?
«Ho appena concluso uno spettacolo - il primo prodotto in completa autonomia con la mia compagnia Strutture Primarie - che mi impegnerà nei prossimi mesi, anche dal punto della distribuzione e organizzazione: un monologo su Madame Bovary con Chiara Favero, bravissima attrice emergente. La difficoltà è cercare le piazze e i teatri, far vivere il lavoro, farlo circuitare e dargli il tempo di trasformarsi in un pezzo di repertorio all'interno di un meccanismo teatrale in cui invece si richiedono sempre debutti, lavori nuovi e gli spettacoli spesso durano solo il tempo di una replica o poco più. Parallelamente alla progettazione di Misura per misura porto avanti i miei impegni di scrittore. Ho concluso La confessione, un testo ispirato alla mia esperienza didattica nel carcere anconetano di Montacuto, percorso da una tensione spirituale, metaforica e simbolica che si traduce in un denso dialogo tra un detenuto e il cappellano, entrambi in fuga dal proprio passato; sullo sfondo, un tentativo di evasione attraverso un buco aperto proprio sopra al crocifisso nel tetto della cappella. A questo si affianca ovviamente la parte pedagogica del mio lavoro, che spero di continuare anche a Piacenza l'anno prossimo completando questa trilogia laboratoriale scespiriana con un nuovo stage, dedicato alle scene di insieme».

Paolo Schiavi

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