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Sabato 2 Agosto 2014 - Libertà

Fondazione, stop all'elezione del nuovo presidente

Il ministero chiarisce: Scaravaggi non è decaduto, dopo dimissioni scritte scatta la procedura per presentare altre candidature. Si andrà a settembre. Oggi è convocato il parlamentino a 25 membri, il "nodo" è ancora la revoca del Cda

Semaforo rosso per l'elezione del nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Non è opportuno che avvenga contestualmente alle dimissioni del presidente uscente, l'indicazione arriva dal ministero del Tesoro che ha scritto alla Fondazione di via Sant'Eufemia non una, ma due lettere.
In una lettera corposa il ministero chiede chiarezza sugli investimenti fatti a partire - secondo indiscrezioni - dal 2007 ad oggi, vale a dire dalla gestione di Giacomo Marazzi a quella Scaravaggi. Nell'altra lettera si puntualizza che Scaravaggi non è decaduto, ma è in carica e per eleggere il nuovo presidente della Fondazione è opportuno osservare un lasso di tempo di almeno dieci giorni, come recita l'art. 7 del regolamento della Fondazione, dalla formalizzazione scritta delle dimissioni del presidente uscente, che non c'è stata finora.
«L'atto di dimissioni del presidente Scaravaggi deve assumere ad substantiam la forma scritta secondo quanto previsto dall'art. 2385 cod. civ. ritenuto applicabile alla fattispecie in questione (dimissioni del Presidente pronunciate ma non formalizzate) » scrive il ministero. E prosegue: «Da ciò ne deriva che, ai fini dell'avvio della procedura di nomina di un nuovo Presidente, occorre che il Presidente in carica abbia rassegnato le proprie dimissioni secondo le modalità previste dalla legge». Per dar tempo ai candidati di presentare una o più candidature.
Su quest'ultimo tema, il ministero retto da Pier Carlo Padoan era stato sollecitato da una segnalazione del collegio dei sindaci che contestava la procedura adottata da Scaravaggi, ne era seguito un chiarimento del presidente Scaravaggi allo stesso ministero dove, in buona sostanza, sosteneva di non voler lasciare scoperta la governance della Fondazione, vale a dire nelle mani del Cda che lui stesso aveva "sfiduciato". A diffondere il contenuto della lettera ministeriale è il collegio dei sindaci della Fondazione, presieduto da Vito Pezzati, che in un comunicato stampa fa notare come il Tesoro abbia dato ragione all'interpretazione del collegio stesso «che ha operato correttamente» nel richiedere più volte a Scaravaggi di formalizzare le dimissioni («Si trattava e si tratta di un atto dovuto»), idem sull'applicazione dell'articolo 7 del regolamento.
Al netto delle controversie interne, il collegio ribadisce di aver operato «esclusivamente nell'interesse nell'Ente».
E veniamo all'oggi. E' convocato il consiglio generale a 25 membri, su richiesta di un numero qualificato di consiglieri, con all'ordine del giorno per la seconda volta la revoca dell'attuale consiglio di amministrazione, quindi le dimissioni del presidente e l'elezione del nuovo presidente, il candidato unico è Massimo Toscani, presidente del collegio dei notai. E proprio quest'ultimo punto all'ordine del giorno dovrebbe slittare, si parla ormai dei primi giorni di settembre, lo stesso Scaravaggi sarebbe orientato in questa direzione per non porre ostacoli, seppure le indicazioni ministeriali non siano apparse tassative. Tutto fa pensare che sarà materia di discussione in consiglio generale.
Un altro "nodo" riguarda la revoca del Cda, già proposta da Scaravaggi il 16 giugno scorso senza ottenere la maggioranza dei voti, da qui la sua decisione di dimettersi. Quanti la voteranno stamattina? I "si dice" in vista del consiglio generale di oggi sono tanti. Il clima è infuocato, tutto può accadere. Potrebbero arrivare le dimissioni del consigliere Stefano Pareti insieme a quelle del presidente, il vicepresidente Beniamino Anselmi aveva agganciato le proprie a quelle dei suoi due antagonisti.

Patrizia Soffientini

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