Domenica 3 Agosto 2014 - Libertà
«E adesso apriamo questa casa alla città»
Il commento di Giglio. Bassanetti: ora erogazioni on line. Vigevano: «Noi isola felice»
(ps) Quasi tutti i consiglieri della Fondazione di Piacenza e Vigevano non si sono lasciati scoraggiare dall'incalzare delle vacanze. Ieri, 2 agosto, erano mobilitati, presenti anche due membri del collegio dei sindaci tra cui il presidente Vito Pezzati. L'assenza del Cda dimissionario, salvo Tagliaferri e De Candia, ha evitato di alimentare nuovi conflitti, in compenso si riferisce della presenza in consiglio di un notaio esterno, Carlo Brunetti.
Ma insomma, la litigiosità si è sedata. Il presidente uscente, Scaravaggi, andandosene si concede ancora qualche battuta sulla difficoltà di tagliare il cordone ombelicale con l'istituto («E più facile divorziare... »).
Hanno parlato in tanti, ieri, in consiglio: da Giorgio Milani a Milena Tibaldi Montenz, sostenitori di Scaravaggi, dal fisico Lucio Rossi (molto apprezzato il suo richiamo a mettere davanti a tutto gli interessi superiori della Fondazione) a Renato Zurla, da Sergio Giglio a Claudio Bassanetti e altri ancora.
Uscendo, qualcuno commenta. Per Sergio Giglio, che contese a Scaravaggi la presidenza ma poi lo ha appoggiato, il clima nuovo fa ben sperare per costruire «un'unità ripartendo dai problemi che tutti conosciamo». «Il consiglio generale si è espresso in modo molto ampio su Toscani come presidente, avrà una larga maggioranza». Giglio avrebbe visto l'ipotesi-commissariamento come una sconfitta della città e pensa che «sia ora di aprirla questa casa» che è la Fondazione. In futuro l'ente avrà «statuti ancora più ampi». E anche la presentazione di più candidature è vista in teoria come segno di positiva partecipazione.
Per Claudio Bassanetti ieri è stata una «bellissima giornata per la Fondazione e per la città». Le dimissioni aprono «una nuova era». Si riparte per dare maggior trasparenza alla vita della Fondazione: «mi è piaciuto il clima nuovo, in totale serenità nell'interesse del bene della Fondazione». Bassanetti ha anche chiesto di inserire on-line le erogazioni effettuate e quelle non accolte, per maggior trasparenza.
Il vigevanese Pietro Giorgis conferma che la parte lombarda (5 consiglieri) è rimasta alla finestra, quelli usciti sono «problemi di Piacenza, forse Vigevano è sempre stata un'isola felice». Poi un'indicazione chiara: «Vogliamo che Piacenza esprima il presidente prossimo venturo». Vigevano fu determinante per Scaravaggi, ma una nomina a 13 voti portava in sé tutta la fragilità che è emersa nel tempo. Giorgio Milani vede nella soluzione a cui si è approdati delle dimissioni del Cda l'esito meno traumatico e «auspicato sin dall'inizio». Poi una puntualizzazione: «Il ministero del Tesoro, per chiarezza, ha dato ragione a Scaravaggi e non al collegio dei sindaci dicendo che era ancora il presidente in carica finché non avesse dato le dimissioni scritte e da oggi devono decorrere i termini per nominare il nuovo presidente».
Per Milena Tibaldi Montenz (espressione del Comune), Scaravaggi non era «l'uomo dei numeri, ma senz'altro del cuore e dell'umanità specie sul welfare». E ancora: «A me dispiace molto che non sia più il mio presidente. E' stato straordinario». Gli investimenti sbagliati? «Non ho votato l'ultimo bilancio, perplessità ce le ho, non siamo una banca, non siamo una multinazionale, gli investimenti devono essere funzionali alle erogazioni».