Mercoledì 6 Agosto 2014 - Libertà
Fondazione, "inchiesta" del Tesoro sugli investimenti dal 2000 a oggi
La lettera del ministero chiede anche ragione dei "derivati", dell'eccessiva indisponibilità del patrimonio, di un bilancio dell'esercizio 2013 approvato prima del parere dei revisori
Niente di generico, tutto molto documentato, tutto molto dettagliato con precisione notarile e in un linguaggio che si mastica bene a Piazza Affari.
Investimenti, rendimenti, vendite e acquisti fatti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano sono stati passati ai raggi infrarossi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, dipartimento del Tesoro, che oggi chiede ragione di quelle scelte e va a ritroso sino all'era di Giancarlo Mazzocchi presidente: dal 2000 in poi, attraversando quella di Giacomo Marazzi e infine di Francesco Scaravaggi. Un tour globale.
La lettera inviata dal ministero al Collegio dei sindaci della Fondazione e firmata dal dirigente generale Alessandro Rivera, mette l'ultimo tassello a una stagione turbolenta, dopo le dimissioni di tutto il consiglio di amministrazione dell'ente per fratture interne e l'indagine in corso da parte della Procura.
Ed ecco cosa chiede di sapere, naturalmente semplifichiamo al massimo e trattiamo a parte il "caso" dei soldi portati in Svizzera e fatti poi rientrare qualche settimana dopo. Invece non si parla mai in modo diretto dei 72 milioni di titoli (e relative perdite) in azioni di Banca Monte Parma.
Derivati La prima "inquisizione" riguarda gli strumenti finanziari derivati, parola diventata tristemente famosa grazie ad una storica puntata della trasmissione Report della Gabanelli sui rischi delle scommesse al rialzo e al ribasso. Il ministero del Tesoro stesso, già nel dicembre 2008, chiede alla Fondazione quali derivati abbia acquistato. E la Fondazione dovrà ora rispondere circa i Forward su azioni Unicredit e Intesa San Paolo suggeriti da Prometeia prima che il crack finanziario Lehman facesse crollare i titoli bancari. Ci sono perdite? E quali?
C'è poi, fra le altre, la questione della ristrutturazione finanziaria denominata Cms - Custom Market Securities Plc (60 milioni investiti) che all'inizio del 2014 viene ulteriormente convertita in un'altra nota emessa sempre da Credit Suisse con scadenza al 2044. In questo modo la Fondazione riduce i rischi - rileva il ministero - diminuendo però i rendimenti e «irrigidendo la struttura patrimoniale».
Documenti da fornire Il ministero chiede alla Fondazione un'ampia documentazione. E per la precisione: l'elenco analitico dal 2000 ad oggi di tutti i titoli strutturati, titoli di debito, contratti a termine, derivati, obbligazioni strutturate e non, polizze di capitalizzazione nonché tutte le altre immobilizzazioni finanziarie con indicazione delle date di sottoscrizione dei relativi contratti.
L'elenco dovrà essere accompagnato dalle variazioni annuali in aumento o diminuzione.
Non solo, la Fondazione dovrà spiegare vantaggi e convenienze economiche proprio dell'operazione Cms la cui scadenza è stata portata dal 2024 al 2044, dovrà spiegare il contratto a termine con Unicredit e il perché si sono rinnovati i contratti «prevedendo un prezzo forward non congruo con le quotazioni di mercato». Chiarimenti sono richiesti pure sulla polizza di capitalizzazione sottoscritta con Lombard Assurance.
Patrimonio poco disponibile? E insomma, il Tesoro vuol sapere se ci sia stata «rispondenza della gestione patrimoniale alle linee strategiche determinate dal proprio organo di indirizzo, tenuto anche conto - recita testualmente la lettera - dell'eccessiva indisponibilità del patrimonio». Al Tesoro risulta che l'attivo immobilizzato sia pari a 359,9 milioni e rappresenti l'89,64 per cento del totale attivo.
"Fatti gravi" Tra i dubbi sollevati dal ministero uno, non trascurabile, scaturisce dall'intervista al nostro quotidiano rilasciata dal presidente Francesco Scaravaggi il 21 giugno scorso e dai "fatti particolarmente gravi" citati dal presidente dimissionario. E si riporta l'ampio passo dove Scaravaggi riafferma di essere stato "esautorato" dal Cda, dove racconta delle doppie firme richieste per i movimenti finanziari e della ristrutturazione di Cms, ancora lui, che dilatato al 2044 con Btp come titoli sottostanti permette sì alla Fondazione di dormire sonni tranquilli «però avrei voluto capirne di più» dice il presidente.
Criteri prudenziali Di questo ed altro il Tesoro chiede ragione e aspetta una relazione da parte del Collegio sindacale presieduto da Vito Pezzati. Il documento: «dovrà evidenziare - sottolinea - la rispondenza della gestione del patrimonio della Fondazione ai principi normativi di coerenza con la natura di ente senza fine di lucro e di criteri prudenziali di rischio, attesa anche l'elevata percentuale di indisponibilità del patrimonio».
Gestione idonea? Ne avrà di lavoro il Collegio dei sindaci della Fondazione, perché oltre a tutto quanto già elencato, gli si chiede pure di svolgere «un'analisi sulle modalità di gestione dei processi decisionali della Fondazione evidenziando se gli stessi siano idonei a garantire i bilanciamenti tra le funzioni operative e quelle di controllo, con obblighi di informazione e di verifica atti ad assicurare la piena trasparenza dell'attività della Fondazione».
Peraltro i sindaci nell'ultima fase della presidenza-Scaravaggi erano su posizioni non allineate a quelle del presidente tanto da richiedere loro stessi l'intervento del Tesoro. Ora dovranno rispondere anche della loro vigilanza.
Lo strano caso del bilancio Non è ancora finita. Il ministero chiede di motivare la (curiosa) tempistica dell'iter di approvazione del bilancio visto che l'esercizio 2013 risulta approvato dal consiglio generale il 24 aprile di quest'anno (con sei voti contrari), prima però della relazione della società di revisione che è datata l'8 maggio 2014.
Dulcis in fundo La lettera del ministero chiude con una richiesta che sembra circoscrivere le possibili responsabilità: un elenco aggiornato dei componenti attuali degli organi della Fondazione con indicazione, per ciascuno, della data di inizio e termine del mandato. E dulcis in fundo, il ministero vuol essere messo al corrente degli sviluppi del contenzioso relativo allo Swap Fresh Monte Paschi. Il contenzioso prevede un passaggio legale ad ottobre, c'è in corso una causa al tribunale di Bologna intentata dalla Fondazione contro l'advisor Prometeia e la Jp Morgan. Prometeia consigliò il Bond Fresh (15 milioni il valore nominale nel contratto originario), finito agli onori delle cronache giudiziarie nazionali. Nel frattempo l'ente di via Sant'Eufemia ne ha incassato la cedola.
Patrizia Soffientini
patrizia.soffientini@liberta.it