Giovedì 7 Agosto 2014 - Libertà
Piacenza deve rinnovare e qualificare la sua classe dirigente amministrativa
di ERNESTO CARINI
Una serie di indicatori dicono con evidenza che sta arrivando il momento di porsi il problema di un rinnovo e di una seria qualificazione della classe dirigente amministrativa della nostra città. Si ha la sempre più netta sensazione di vivere sotto una cappa istituzionalmente appiccicosa e inconcludente, non è più soltanto il "basso profilo" assunto dagli attuali amministratori come filo conduttore di ogni minima azione ma si sta procedendo speditamente verso una autoreferenzialità preoccupante e minacciosa che esclude sempre di più i cittadini dalle decisioni.
Si provi considerare alcuni fatti recenti e l'atteggiamento tenuto dai pubblici amministratori a partire dal sindaco e dai suoi assessori:
Luppoleria. La cosa è arcinota. Nel quadro di un condivisibile processo di miglioramento di una zona della città (via Roma e dintorni) si arriva a sanzionare un locale perché supera il livello del rumore consentito di ben due decibel. Due decibel che diventano l'immagine plastica e angosciosa di quanto sia potente la burocrazia. Quando il processo è avviato non c'è piu nulla da fare, Neanche con i poteri della Giunta e del sindaco si riesce a far prevalere la ragione. Poi però il sindaco, dopo aver sanzionato il locale partecipa alla serata di festa e di protesta e dichiara che il problema è complesso e di non facile soluzione. Questa Amministrazione non sceglie il campo in cui stare, sta in tutti i campi ma l'idea che da di sé e che se non ce la fa a "gestire due decibel" come potrà risolvere questioni ben più complesse e intricate come la pianificazione territoriale, la sanità, il sostegno alle politiche per uscire dalla crisi ecc.
Palazzo Enel. Qui la cosa si presenta davvero molto male. Con una Giunta rinnovata il sindaco affronta l'assemblea del Sant'Ilario per sentire l'opinione dei cittadini che si esprimono per "mantenere a vista" i reperti romani. La riunione si conclude dando verbale soddisfazione ai presenti ma, si sottolinea che non si poteva far più nulla perché i giochi erano già stati fatti e conclusi dalle precedenti Amministrazioni. Diverse delle quali partecipate dagli stessi amministratori presenti. Di fronte a questi fatti uno pensa: ma se non c'era più nulla da fare perché andarsi a prendere una barcata di nomi gratis? In realtà invece dev'essere stato un test visto che la Giunta ha preso una decisione tutta contraria all'assemblea modificando, senza averne i poteri una delibera consiliare che prevedeva di mantenere bene in vista gli scavi. Se si amministra con i sotterfugi non si fa molta strada e i primi a essere offesi sono i gruppi di maggioranza che si spera non coprano simili atti e comportamenti.
Fondazione. Non mi intendo di finanza, ma sarei fortemente interessato a vedere un elenco di tutte le cose che non si potranno più fare visto che il capitale è immobilizzato per poco meno del 90% del totale. In una crisi nazionale mai così severa che colpisce le famiglie e dove le "borse alimentari" crescono a dismisura non sono mai abbastanza, la Fondazione è ridotta in questo stato. E' semplicemente vergognoso non solo per gli amministratori della Fondazione ma anche e soprattutto per chi li ha nominati. Non si cercavano persone rette e competenti (tranne eccezioni che per fortuna non mancano) ma amici che rappresentassero interessi e che all'occorrenza ubbidissero. Circa un anno fa Dosi e Trespidi sotto l'alto patrocinio dell'ala più prosaica della Curia raccontavano le loro storielle sulla centralità del volontariato ecc.. ecc.. con sempre in mano il bilancino per misurare la quantità di amici da mantenere il più possibile alta rispetto ai potenziali riottosi. Hanno "aiutato" il nuovo presidente in tutti i modi compresa l'indicazione diretta dei nomi del consiglio di amministrazione. Dopo un anno tutto si sgretola in malo modo e i soliti Dosi e Trespidi vengono di nuovo mandati avanti per presentare proposte (che sicuramente vengono da fuori Palazzo Mercanti) imperniate su equilibrio e garanzia. Ed eccoci al dottor Toscani presidente dell'Ordine dei notai. Sulla persona non ho nulla da aggiungere o da togliere a quanto detto da Brunello Cherchi, però sulla scelta dell'Ordine perché proprio i notai che sicuramente in modo più o meno diretto hanno rapporti professionali con la Fondazione sicuramente maggiori del presidente dell'ordine dei medici e di svariati altri ordini professionali. Fare riferimento alle capacità non se ne parla nemmeno vero?
Comunque sia, tre elementi /comportamenti che segnalano un problema vero di una classe dirigente poco autonoma e scarsa di tono etico.