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Sabato 3 Gennaio 2004 - Libertà

Arte e Storia di Luciano Ricchetti: da "Madre e figlia" a "Natura morta"

Ricci Oddi - Esposizione in galleria fino all'11 gennaio

Non è riuscito il piccolo miracolo di ricomporre il quadro "In ascolto" di Luciano Ricchetti, fatto a pezzi dopo il 25 aprile 1945, come altri - veri o presunti - simboli di un regime inviso. Eppure la mostra in corso fino all'11 gennaio nel salone d'onore della galleria "Ricci Oddi", promossa dal Rotary Club Piacenza, ha comunque ottenuto di riproporre all'attenzione non solo frammenti e studi preparatori di un'opera acclamata nel 1939, vincitrice della prima edizione del Premio Cremona, e poi dimenticata, ma anche il tema più generale del rapporto tra arte e ideologia politica. Riflessioni approfondite in "Arte e storia Luciano Ricchetti alla prima edizione del Premio Cremona (1939)", catalogo dell'esposizione e terzo quaderno della collana della Ricci Oddi, edito con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. I testi di Stefano Fugazza partono dal rapporto tra fascismo e arti figurative, per poi soffermarsi sulla situazione piacentina, prendendo successivamente in esame temi e risultati delle tre edizioni del Premio Cremona. Una nota bio-bibliografica su Luciano Ricchetti (1897-1977) introduce alla sezione dedicata alle opere esposte: alcuni disegni preparatori in parte inediti, il bozzetto di proprietà della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (presentato da Mauro Furia) e i tre frammenti superstiti: "Madre e figlio", (donato nel 1978 alla "Ricci Oddi" dai coniugi Teragni, ospitato nella sala X dedicata ad una selezione di artisti piacentini dell'800 e del primo '900), "Il balilla" e "Natura morta" (da collezioni private). Brani già noti, ma ai quali l'originale allestimento espositivo permette di attribuire un significato nuovo. Infatti il quadro distrutto è leggibile nelle sue dimensioni originali (circa due metri e mezzo per tre metri e mezzo) nella grande proiezione fotografica, che accoglie i visitatori nell'atrio della Ricci Oddi, oltreché nella riproduzione in scala reale, opera del giovane pittore Cristian Pastorelli, alla quale sono applicate le tre parti originali. Stupisce osservare come la furia distruttrice che decretò la morte del celeberrimo dipinto, abbia isolato con una certa cura le figure, senza sfregiarle. Sembrano quasi ritagliate. L'appello per ritrovare ulteriori "tessere" del quadro è caduto nel vuoto, ma in compenso sono riemersi freschi bozzetti a matita e carboncino che documentano alcune interessanti varianti prima della redazione definitiva, testimoniate pure da un bozzetto (ubicazione ignota) colto dall'obiettivo di Gianni Croce. Significativo come l'uditorio apparisse inizialmente meno concentrato sul discorso alla radio del duce, mentre nel quadro finale tutti gli sguardi convergono sull'apparecchio. Un ulteriore motivo di interesse per questa particolare esposizione è dato dalla presenza di altre due opere partecipanti alla prima edizione del premio Cremona, entrambe da collezioni private. Uberto Rognoni (1907-1945), pavese, ma di formazione piacentina, declina il tema all'aperto, in campagna, mentre la folla compatta di Mario Busini (1901-1974) si raduna in piazza davanti al Duomo di Cremona.
Luciano Ricchetti, Galleria Ricci Oddi, via San Siro 13, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18; lunedì chiuso.

Anna Anselmi

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