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Martedì 22 Luglio 2014 - Libertà

Cresce il disavanzo, si pesca dalle riserve

Per la Coppa d'Oro forse Armani e Mentana. I dubbi su Piacenza Expo e Faggiola

Rischi di decurtazioni o no, il consiglio della Camera di Commercio ieri, nel votare all'unanimità una variazione di bilancio, ha confermato 130 mila euro di stanziamento per i progetti rivolti ad Expo 2015, che si uniscono agli altri 230 mila già disposti, l'impegno totale promesso oscilla tra i 300 e i 500 mila euro e potrebbe crescere.
La Camera può attingere al suo fondo di riserva, ha un patrimonio di 15,8 milioni di euro, di cui 5 sul conto corrente e altrettanti in titoli. Può far fronte, si è detto, a un momento molto difficile quale stiamo vivendo, e proprio in una fase così drammatica è parso giusto investire un po' di più, attingendo alle riserve. C'è anche da affrontare la perdita del quartiere fieristico Piacenza Expo (700 mila euro) per la propria quota parte di 148 mila euro.
In complesso, il disavanzo è cresciuto, passando da 800 mila euro a 1,2 milioni, ma con la previsione di poterlo abbattere di 400 mila euro ad anno concluso, la manovra è giudicata sostenibile dai revisori dei conti.
E un investimento è, come sempre, la Coppa d'Oro, per quest'anno non ci sarà il ministro Maurizio Martina (Politiche agricole), come si sperava, ma i testimonial eccellenti potrebbero essere Enrico Mentana e Giorgio Armani.
Molti gli interventi sul futuro camerale, l'intento è quello di convocare un consiglio pre-vacanze per discuterne e affidare a una commissione le valutazioni tecniche sull'accorpamento.
Mario Spezia (Servizi alle imprese) sollecita a verificare i progetti di sviluppo, da Piacenza Expo, che pure potrebbe fondersi con Parma, alla Faggiola, e vede sullo sfondo gli effetti di una riforma camerale «deflagrante e inarrestabile» che toglierà soldi e segnerà la fine delle Camere e dove l'accorpamento con Parma per Piacenza appare già scritto. Però la formazione, che il Comune vorrebbe accollarsi una volta scomparse le province, potrebbe farla sua proprio la Camera di Commercio. Per Dario Costantini (Artigianato) la Camera dovrà comunque cambiare pelle, la nostra è sempre stata «molto trasparente» ma se mancassero i diritti camerali non si potrà più aiutare le aziende. Ben venga l'indagine proposta dal presidente per verificare l'accorpamento; Enrico Zangrandi (Servizi alle imprese) fa balenare anche l'ipotesi-Cremona oltre Parma. Sono d'accordo con la verifica tecnica anche Miriam Bisagni (Consumatori) e Bruno Sacchelli (Commercio), Massimo Albano (Agricoltura) invita a prendere posizioni palesi e «non nei corridoi» su Piacenza Expo, Faggiola e Fondazione. Alberto Squeri (Industria) spinge a verificare le funzioni prima di parlare di accorpamenti e rivendica Lavoro e Formazione come adeguati agli enti camerali («darli al Comune mi lascia perplesso»). Giovanni Struzzola (Commercio) invita ad allinearsi su posizioni condivise circa l'accorpamento. Alfredo Parietti (Commercio) difende come tutti il valore della Camera di Commercio ma si chiede cosa succederà quando non saranno più disponibili le riserve patrimoniali, infine Alberto Rota spinge verso enti camerali più grandi, come Parma, città che sa anche "vendersi" sul mercato meglio di Piacenza.

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