Venerdì 2 Gennaio 2004 - Libertà
"Importante evitare che le donazioni vadano all'estero"
L'opinione
Quattrocento opere di maestri italiani del Novecento sono un patrimonio da far girar la testa a qualunque museo civico, figurarsi che reazione possono provocare in una Curia. La scelta di affidarsi alla Chiesa piacentina, che non ha tra i suoi compiti quello di gestire patrimoni artistici, può sembrare bizzarra e forse lo è. Ma è anche indice di una fiducia che allarga il cuore e passa attraverso rapporti personali. Peraltro la Curia piacentina ha già i suoi problemi ad attivare il museo della Cattedrale e il museo diocesano d'arte sacra. Come gestire anche un "corpus" di opere contemporanee? Le istituzioni, per quanto siamo ancora in una fase interlocutoria, tendono la mano e promettono tutto l'aiuto possibile. E insomma, tutti sembrano d'accordo nell'importanza di trattenere un simile patrimonio. "Le città - ragiona in via generale Stefano Fugazza, direttore della Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi - devono attivare tutte le condizioni per accogliere collezioni e donazioni, evitando che vadano all'estero. I donatori - argomenta - pongono sempre delle condizioni, ma è bene che chi accoglie abbia una certa libertà di movimento. Bisogna far quadrare questo cerchio". Istituzioni straniere, negli Usa, per esempio, o in Svizzera, hanno più soldi e meno condizionamenti, si fa notare, e molte collezioni prendo quelle vie, in Italia le pastoie burocratiche possono rappresentare un ostacolo. In quanto ad un arricchimento artistico locale, per il direttore della Galleria d'Arte Moderna già oggi Piacenza può spendersi come polo turistico di rilievo, e cita il Museo delle carrozze, la quadreria farnesiana, la pinacoteca alberoniana da ordinarsi nell'"edificio Portici", la Ricci Oddi di via San Siro, con una nuova sede accanto in via Santa Franca in cui la Fondazione realizzerebbe interventi in collaborazione con la galleria stessa, più le chiese e i palazzi: "Tanti e tali beni che Piacenza può aspirare ad essere una attrazione importante e se poi si aggiungono opportunità nuove tanto meglio, tutto ciò andrebbe ad arricchire e ad integrare il patrimonio della Ricci Oddi, museo dell'Ottocento, con un altro "polo" in altra area della città dedicato al Novecento".