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Mercoledì 9 Luglio 2014 - Libertà

Fondazione, il blocco continua

Il presidente, sollecitato a formalizzare le sue dimissioni da una lettera del Cda, è orientato invece a convocare i consiglieri "sfiduciati". Rebus sul nuovo vertice

Trattative febbrili, giornaliere, su tavoli diversi, veti incrociati. Tuttavia ancora non è stata ancora resa pubblica una candidatura ampiamente condivisa per la prossima presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo le dimissioni annunciate da Francesco Scaravaggi.
Come noto, il corto-circuito ha qualcosa di paradossale: Scaravaggi ha "sfiduciato" il suo consiglio di amministrazione e il consiglio generale della Fondazione ha "sfiduciato" lui. In gioco ci sono il controllo della Fondazione, della sua cassaforte, della sua effettiva trasparenza.
Nomi per il sostituto di Scaravaggi ne sono stati lanciati diversi, forse per "bruciarli". Le istituzioni e le forze sociali coinvolte puntano oggi a un solo candidato che raccolga almeno una ventina di consensi nel parlamentino a 25 membri di via Sant'Eufemia. La parola d'ordine per tutte le cordate in campo è la ricerca di un profilo che garantisca la massima unità, evitando quella clamorosa spaccatura che si era creata nel marzo 2013 sulla candidatura-Scaravaggi, eletto per 13 voti e con la diserzione di metà del parlamentino. E le istituzioni oggi vogliono fare in fretta, anche per evitare il rischio di un commissariamento dell'ente.
Intanto la Fondazione vive una fase di blocco. Il presidente dimissionario, dopo alcuni giorni di ferie, è rientrato in via Sant'Eufemia trovando una lettera - spiega lui stesso - del Cda "sfiduciato" che lo sollecita a formalizzare le dimissioni già dichiarate verbalmente in consiglio generale, mentre lui, Scaravaggi, è orientato a convocare quello stesso Cda con un ordine del giorno che affronti temi - così riferisce - già condivisi, dalla scelta dell'advisor per la cessione delle azioni residue di Banca Monte Parma, all'incarico allo Studio Portale per una modifica statutaria e altre cose urgenti: «Ci sono arrivati trenta milioni di un investimento che ha reso bene, fatto da Marazzi, bisogna decidere come investirli ora». Certo non è facile immaginare che i consiglieri da lui "sfiduciati" si presentino ora all'appello (un precedente tentativo sarebbe già andato in fumo). Ma tutto è possibile.
Intanto interviene il solo consigliere del Cda allineato con Scaravaggi, Stefano Pareti, per affermare che «continua la prassi ostruzionistica dei 3 membri del consiglio di amministrazione preposti alla firma dei mandati di pagamento». Si parla di un valore complessivo di 18 mila euro su 21 prestazioni, frutto di una procedura in vigore da 23 anni, che ha superato fino ad oggi, si afferma, verifiche e controlli.

pat. sof.

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