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Mercoledì 2 Luglio 2014 - Corriere Padano

Fondazione, si deciderà nelle segrete stanze

La caccia al nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano è aperta da un pezzo ma, nonostante tutti si affrettino ad ammonire al non ripetersi di certe “guerriglie” del passato e che si debba cercare un nome condiviso, la realtà è la solita: il nome sarà deciso nelle segrete stanze da pochi. Rassegnarsi è quasi un obbligo.
Intanto però il nuovo tassello è rappresentato dall’uscita allo scoperto del sindaco Paolo Dosi di concerto con il presidente della Provincia Massimo Trespidi: “Il cda della Fondazione si deve dimettere”. Una voce giunta l’altro giorno in commissione, dove è stata letta una nota del presidente dimissionario Francesco Scaravaggi il quale ha precisato di non aver ancora formalizzato le dimissioni per “evitare ogni pregiudizio all’ente in attesa che venga indicato il nuovo presidente”.
Marco Colosimo di Piacenza Viva, autore di una delle mozioni avente per oggetto la Fondazione, è stato categorico: “Una situazione di stallo che rischia di creare un grave danno alla comunità piacentina e questo non è accettabile, soprattutto in questo momento”.
Tommaso Foti di Fratelli d’Italia ha sparato alto chiedendosi dove stiano le istituzioni in questo delicato momento: “Più che di stallo, però, io parlerei di stalla visto che qui pare si stia facendo il mercato delle vacche”. Ha proseguito: “Io penso che il tutto il cda dovrebbe dimettersi in blocco. Dico anche che è ora di finirla di fare le vergini dai candidi manti soprattutto se si evoca una trasparenza che manca sin dall’inizio. Perché se si vuole la trasparenza si dovrebbero pubblicare tutti, ma proprio tutti gli incarichi che sono stati ricoperti come amministratori, come componenti di consiglio di amministrazione e quant’altro, ad esempio in numerose società di advisor che poi sono diventate advisor della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Perché ciò che non torna non sono solo gli investimenti balordi ma è curioso anche il livello delle commissioni degli advisor”. “La politica non si deve intromettere nelle questioni della Fondazione – ha aggiunto – ma le istituzioni sì. Dovrebbero avere il coraggio di indicare una squadra. La situazione patrimoniale della fondazione è peggio che negli anni ‘90. Ci sono troppe situazioni intricate, intrecciate, troppi maneggi, troppe ombre. O se ne occupano le istituzioni espresse dalla politica oppure ho la sensazione che se ne occuperanno presto altre istituzioni, quelle che possono esercitare la funzione penale. Io dico basta, non se ne può più”. E, concludendo, ha snocciolato alcuni incarichi ricoperti dal consigliere d’amministrazione della Fondazione Beniamino Anselmi.
Massimo Polledri (Lega) – che, sulla falsariga dell’intervento di Foti, aveva invitato il sindaco a uscire dall’ombra – è stato cristallino e preciso: “Diamoci un tempo, diamo la possibilità ai consiglieri di fare domande, di chiarire le posizioni e poi facciamo in modo di individuare e indicare un profilo che sia adatto a ricoprire la carica di presidente della Fondazione”.

Ma si è fatto sentire ancora anche Beniamino Anselmi del cda, a difendere l’operato del consiglio: “La trasparenza – ha detto – è auspicata da tutti. Cinque consiglieri hanno già sottolineato, anche con atti formali, l’opportunità di perseguirla e applicare la legge 231 per quanto attiene all’organismo di vigilanza esterno e la possibilità di utilizzare commissioni sulle spese”.
Per quanto riguarda gli incarichi, Anselmi ha sottolineato come tutti quelli che lo riguardano siano di dominio pubblico “sul sito ufficiale e sul curriculum che ho presentato a suo tempo quando sono stato chiamato a collaborare in Fondazione”. Replica con riferimento agli investimenti: “Dico solo che sono sempre stati fatti con il consenso e l’approvazione all’unanimità di tutti i consiglieri: in questo periodo di crisi economica alcuni hanno avuto esiti positivi, altri hanno esiti meno favorevoli. Se vogliamo citare Banca Monte, l’acquisizione è stata fatta tra il 2007 e il 2008 mentre ero lontano da Piacenza. Oltretutto in questi giorni abbiamo avuto una bellissima notizia di un investimento fatto tra il 2005 e il 2006 che ha portato un’importante plus-valenza alla Fondazione”. Non tutti vanno male, dunque, e il plauso va a chi ha gestito l’operazione.
In chiusura una chiosa sul rapporto con la politica locale dopo che il sindaco Dosi, al termine dei lavori della Commissione, ha parlato di sfiducia di fatto del cda auspicandone l’azzeramento: “Nella Fondazione la politica non dovrebbe entrare, statutariamente. Abbiamo grande rispetto di tutti: l’importante è dire le cose in maniera chiara evitando insinuazioni sul lavoro fatto per una vita. Quando si viene chiamati in una Fondazione bisogna avere un curriculum adeguato e doti di correttezza: abbiamo un cda composto da professionisti e svolgiamo funzione filantropica avendo ben presente l’interesse della comunità”.

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