Lunedì 7 Luglio 2014 - Libertà
Hanriot, oltre la frontiera del jazz
Successo con i suoi GroOovematic e lo "special guest" Cigalini
di MATTEO PRATI
Il suono screziato, la narrazione densa, pennellate impressioniste. Nessun distacco, coinvolgimento, unicità. Tentazioni elettro jazz cui non è facile resistere. Un fiume carsico che emerge all'improvviso per scompigliare il tappeto principale intessuto su trame di jazz tradizionale. Il guizzo dell'elettronica che incornicia un'emozione grezza. Aria nuova, corroborante, attenzione al dettaglio. Nessuna paura di valicare le frontiere musicali e tantomeno di "scartare" pacchetti preconfezionati. Apriamo gli occhi e si schiude questo panorama. Una marea di sottigliezze, fragranze da annusare senza esitazione, il profumo inebriante dell' improvvisazione. Il sentimento ribolle tra i circuiti di un tastiera che filtra meravigliosi svolazzi pindarici. Il groove corre rapido, scansa le etichette, si attorciglia intorno alla creatività. Un racconto denso, a tratti regale.
Arriva dalla Francia sulle spalle di un trio che si è formato nel 2011 grazie al pianista Cedric Hanriot. Con lui il contrabbasso di Bertrand Beruard e la batteria di Baptiste Pinet. Ecco il progetto Cédric Hanriot Trio - GroOovematic. Il palco che li accoglie è quello del Valtidone Festival, diretto da Livio Bollani con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con Editoriale Libertà, Fondazione Valtidone Musica e Associazione Tetracordo. Lo spettacolo prende il largo sotto le insegne di Valluretta Jazz, rassegna cresciuta all'interno del cartellone principale del "Valtidone" e sviluppata in collaborazione con Mattia Cigalini. I saluti del sindaco di Agazzano Lino Cignatta aprono la serata, poi in rapida successione gli interventi di Bollani e Cigalini che torna nella sua "Piazza" dopo un anno. «Tornare qui per me è sempre una gioia, la cornice è fantastica. Ma sono di parte, sono nato e vivo qui. Sono fiero di aver dato un piccolo supporto alla realizzazione di un programma così ambizioso come quello del Valtidone Festival».
I protagonisti del concerto sono tre talentuosi ragazzi transalpini che fanno confluire sullo spartito le loro personali passioni: «Io, dice Cedric, amo il blues, l'elettronica e la musica afroamericana, Bertrand predilige la world music e il rock, mentre Jean Baptiste sta sul jazz più classico e guarda con interesse all'hip hop». Un disco sotto le insegne "GroOovematic" è previsto entro il 2014. Hanriot, il leader, ama sperimentare e sovrapporre gli stili, in scena è fedele al suono del suo pianoforte che però manipola abilmente con effetti creati al computer. Hanriot è un musicista versatile, pianista, compositore e produttore, per lui la musica non è mai abbastanza. Un vero assaggiatore di suoni. Le idee sono nell'aria, basta saperle cogliere, interpretare, masticare. Questa sua duttilità artistica gli ha ha permesso di lavorare con firme illustri del jazz mondiale: Dianne Reeves, Herbie Hancock, Dee Dee Bridgewater, Joe Lovano, Meshell Ndegeocello per citarne alcuni. Terri Lyne Carrington e John Patitucci hanno tenuto a battesimo il suo primo album, French stories. Scrive anche musica da film, la sua mente non si ferma mai. «Il jazz per me è vita. Siamo onorati di suonare qui al Valtidone Festival, ringraziamo Mattia e Livio che ci hanno invitati. Intendo il jazz come un modo per abbattere le barriere, un genere che può creare opportunità di scambio culturale. Mi piace creare la musica sul momento, non dare troppi punti di riferimento».
Il pubblico di Agazzano, numeroso, apprezza la sua vena meticcia e gli regala applausi convinti e ripetuti. Applausi che scandiscono ogni singolo brano E quindi, tra gli altri, Fally, Watherish, Knivesout soul, La chanson des vieux amants di Jacques Brel. Poi il momento clou con una splendida Billie's bounce eseguita in quartetto con l'innesto del prezioso sax di Cigalini. Dopo un'ora e mezza per la band arriva il momento di lasciare il palcoscenico. Ma prima un doveroso bis. Per la scelta del brano scatta una rapida consultazione. Al conciliabolo partecipa anche Cigalini: i quattro si raccolgono in cerchio, scambio di pareri, il pezzo potrebbe essere Cinematy ed invece si propende per un'altra soluzione. Il gruppo riemerge con la scelta che cade su una strepitosa Airegin di Sonny Rollins.