Domenica 6 Luglio 2014 - Libertà
«Fondazione, così avvenne il trasferimento dei titoli in Svizzera»
LA PRECISAZIONE DI SBORDI
Per la prima volta Massimo Sbordi, ex direttore della Fondazione di Piacenza e Vigevano, rompe il silenzio e interviene per spiegare la sua verità sulla vicenda del trasferimento temporaneo in Svizzera di titoli dell'istituto di via Sant'Eufemia per un valore di 200 milioni. Questo episodio ha portato al suo stesso licenziamento da parte della Fondazione, atto impugnato dall'interessato. C'è in corso una causa legale davanti al giudice del lavoro. Oggi Sbordi replica, in particolare, alle affermazioni di cinque consiglieri del Cda, fornendo la sua versione dei fatti.
Pregiato direttore,
faccio riferimento alla lettera a firma di cinque attuali Consiglieri del Consiglio d'Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, pubblicata da Libertà il giorno 22 giugno per fornire alcune doverose precisazioni. Lungi da me voler entrare nello scontro in atto fra alcuni Organi Statutari della Fondazione, ritengo opportuno chiarire quanto segue rispetto ad alcuni passaggi operativi riportati:
- Quando i cinque Consiglieri affermano che il Consiglio d'Amministrazione dell'8 luglio 2013 deliberò all'unanimità di respingere l'operazione di trasferimento titoli in Svizzera su un deposito titoli della Fondazione di Piacenza e Vigevano probabilmente non ricordano con esattezza cosa venne deliberato: in quella sede venne discussa una relazione che prevedeva la possibile graduale dismissione dei titoli strutturati detenuti dalla Fondazione (notoriamente illiquidi e fra i quali non c'era nessun titolo di Stato) a valori tali da non generare perdite per la Fondazione ma, anzi, costituire un fondamentale serbatoio di liquidità a protezione del patrimonio della Fondazione rendendolo facilmente movimentabile fronte di scenari di mercato altamente volatili e variabili. La relazione indicava a chiare lettere che, per ottenere una proposta operativa dalla Banca Julius Baer (che per inciso è tra i maggiori gruppi bancari specializzati nella gestione del risparmio e caratterizzato da elevato rating creditizio) era indispensabile trasferire i titoli nel già citato deposito titoli intestato alla Fondazione. Del resto Julius Baer aveva garantito per iscritto che il trasferimento dei valori non era soggetto ad alcun vincolo bensì aveva natura temporanea ed era esclusivamente legato all'opportunità di procedere ad un'efficiente dismissione per cassa dei titoli strutturati.
- Il Consiglio d'Amministrazione deliberò di approfondire la questione e di richiedere a Julius Baer una proposta operativa scritta da far esaminare al Consiglio stesso. Ma, come chiaramente indicato nella relazione, la proposta operativa sarebbe stata formulata e inoltrata alla Fondazione di Piacenza e Vigevano solo a trasferimento titoli avvenuto. Quindi deliberando di ottenere la più volte citata proposta operativa il Consiglio d'Amministrazione autorizzava il trasferimento dei titoli.
- Prima della relazione presentata al Consiglio d'Amministrazione vennero eseguite, sia con le banche depositarie che con lo studio fiscale che segue la Fondazione, una serie di verifiche atte a delineare il corretto percorso legale e valutario da adottare. Del resto il libero movimento dei capitali è attivo dai primi anni ‘90 e il semplice trasferimento di titoli comporta la predisposizione di segnalazioni alle autorità di vigilanza a carico delle banche depositarie stesse. Né più né meno.
Dal giorno 10 luglio si avviò il processo di trasferimento titoli nei termini deliberati dal Consiglio d'Amministrazione;
- Tuttavia nel Consiglio d'Amministrazione del giorno 1 agosto 2013 venne deliberato, considerato il periodo di chiusura della Fondazione per ferie, il rientro dei titoli alla ripresa delle attività della Fondazione cosa che avvenne puntualmente. Tale rientro bloccò ovviamente il processo di possibile dismissione dei titoli strutturati, negando alla Fondazione la possibilità di valutare una soluzione adeguata a garantire la piena tutela del 50% del patrimonio investito. Questo fatto, potrebbe veramente provocare danni irreparabili alla Fondazione non il semplice trasferimento di titoli che, per inciso, non è tecnicamente annoveratile fra le operazioni non modificando in alcun termine la configurazione del patrimonio.
- Quanto all'analogia dell'incendio penso che nel caso del trasferimento titoli, alla cui base stava la volontà di tutelare il patrimonio futuro della Fondazione, sarebbe più corretto dire, stante la situazione della Fondazione stessa, che si cerca di bloccare chi grida "al fuoco al fuoco" trascurando chi ha appiccato l'incendio stesso.
Massimo Sbordi