Venerdì 4 Luglio 2014 - Libertà
Il concerto Tuck & Patti, due ore senza preoccupazioni
Gentilissimo Direttore,
l'altra mattina mi sono svegliata consapevole che il mio sonno era stato accompagnato tutta la notte da una dolce melodia che ancora echeggiava nel mio cervello. La melodia era quella della chitarra di Tuck e della voce di Patti che ho ascoltato nel cortile del Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione, per l'inaugurazione della stagione concertistica jazz ideata anche in vista dell'Expo 2015. Tutto è stato perfetto: l'ambientazione nel suggestivo cortile della Fondazione, la presentazione di Gianni Azzali che sempre mi stupisce per la sua chiarezza, sicurezza nell'esposizione e che riesce ad anticipare le emozioni che poi si proveranno. Tuck e Patti sono 2 artisti speciali per la loro bravura ma speciali anche nel comportamento, nella loro semplicità, nella loro mitezza, nell'affiatamento eccezionale. La voce di Patti in certi momenti era di una dolcezza tale che commuoveva e mi ha fatto pensare ad una melodia celestiale, la bravura di Tuck con la sua specialissima chitarra mi ha lascito ammirata, inoltre il loro "dialogo" tra voce e strumento rende l'idea di "un affiatamento totale". Mi hanno sorpresa e commossa le parole di Tuck quando Patti si è allontanata presentandola come: mia moglie da 36 anni!. Allora bisogna convenire che il loro affiatamento, al giorno d'oggi, è raro, in un mondo in cui i rapporti fra gli esseri umani a volte sono tanto superficiali, questi due artisti hanno potuto condividere un'esistenza piena d'affetto, comprensione e Arte (Arte con la A maiuscola). I presenti erano tanti, il cortile era pienissimo e si respirava un'aria di entusiasmo e ammirazione tenendo così lontani, per un paio d'ore, le preoccupazioni quotidiane e di conseguenza le delusioni, i sacrifici e, a volte, la rabbia per la mancanza della quadratura dei conti che ogni famiglia, ogni individuo, deve affrontare quotidianamente. E' vero che gli antichi imperatori romani ordinavano per il popolo "Panem ed circenses" cioè "Pane e giochi" per tenerlo tranquillo; in questo caso i "giochi" sono e saranno, per le prossime serate previste e regalateci dalla Fondazione, di altissimo livello artistico. Devo ringraziare la Fondazione e ammettere che ha a cuore i bisogni primari della cittadinanza ma anche i bisogni che riguardano la mente e l'anima di tutti, e questi ultimi sono identificabili nell'arte in tutte le sue espressioni.
Marilisa Aloja
Piacenza