Venerdì 4 Luglio 2014 - Libertà
Papa Gregorio X, una lapide e una statua
del pontefice già diacono in Terra Santa
Tedaldo Visconti accoglie i fedeli che accedono all'antica basilica da via Scalabrini
di FAUSTO FIORENTINI
Nel Portico che fa da ingresso, verso via Scalabrini, alla basilica cittadina di Sant'Antonino, si leggono due lapidi riferite a due importanti pagine della storia piacentina. Quella di destra ricorda la Lega Lombarda che nel 1183 a Costanza aveva raggiunto un accordo con l'imperatore e Piacenza, in queste trattative, aveva avuto un ruolo importante, mentre a sinistra un altro marmo richiama la figura di un grande piacentino, l'unico ad accedere al Soglio Pontificio: "In questa basilica fu canonico Tedaldo Visconti piacentino, nel sommo pontificato Gregorio X, grande per virtù e gesta d'italiano, di principe, di santo" (1876, sesto centenario della sua morte). Accanto, dal 4 luglio 1998 completa queste parole la statua del Papa realizzata da Giorgio Groppi e donata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Prima di soffermarci su questa scultura, che merita una lettura con l'occhio rivolto alla storia, ricordiamo una breve scheda biografica del beato Gregorio X che ha guidato la Chiesa dal 27 marzo 1272 al 10 gennaio 1276. Tedaldo Visconti, questo il suo nome, nacque a Piacenza verso il 1210. Il Visconti sarà in seguito in Terra Santa come cappellano dei crociati ed è solo un arcidiacono, ma ovviamente gode di un indiscusso prestigio tanto che i cardinali il 1° settembre 1271 lo eleggono Papa durante un conclave che a Viterbo da più di tre anni cercava di dare un successore a Clemente IV.
I messi dei cardinali lo raggiungono a San Giovanni d'Acri per dargli la notizia della sua nomina alla guida della Chiesa. Rientra a Roma a fine marzo 1272, viene consacrato vescovo, poi incoronato Papa, col nome di Gregorio X. Il suo programma prevede anche la liberazione della Terrasanta, impegnando i cristiani d'Oriente e Occidente, insieme. Cosicché prima si devono riconciliare tra loro. A questo scopo convoca a Lione (Francia) un Concilio a cui partecipano anche i cristiani separati d'Oriente. Si decide la riunificazione delle Chiese, progetto non realizzato nei fatti. Vi si parla anche di una nuova crociata, ma non si arriverà a una decisione operativa. Gregorio X vorrebbe parteciparvi di persona, ma muore ad Arezzo nel viaggio di ritorno a Roma.
Il Piacentino è l'uomo delle grandi imprese non riuscite. Alla sua beatificazione si arriva per il culto spontaneo che gli viene presto tributato a Liegi, Lione, Piacenza e Arezzo. Nel 1713 Clemente XI conferma il culto in tutta la Chiesa, riconoscendo a Gregorio X il titolo di beato. E' stato sepolto nella cattedrale di Arezzo. Questo grande personaggio all'interno della basilica di Sant'Antonino è ricordato anche da un quadro del 1876 del piacentino Paolo Bozzini (a sinistra, subito dopo l'ingresso), mentre all'esterno la citata statua di Groppi, che ci propone un Pontefice pensoso e aggrappato al pastorale, con la tiara, simbolo del potere, posta a terra, quasi dimenticata. Il vero punto di riferimento per questo personaggio sembra la Croce al vertice del pastorale.
Il Papa viene visto in stretto collegamento con Gesù Cristo. La sua posa indica forza, ma anche coscienza della sconfitta. O meglio: è l'uomo sicuro delle proprie scelte, ma cosciente di non essere riuscito a realizzarle. Non gli è stata concessa la possibilità di concludere i suoi progetti, ma forse stava precorrendo i tempi.
A differenza del citato quadro ottocentesco di Paolo Bozzini, che ci presenta un Papa in stile devozionale tutto preso a vivere la sua gloria, Groppi cerca di interpretare i sentimenti che dopo il Concilio di Lione dovevano assillare il Pontefice chiamato a vivere tempi travagliati. Aveva fatto proposte, si era impegnato perché gli uomini seguissero le sue indicazioni, aveva avuto il coraggio di indicare soluzioni coraggiose come l'unità dei cristiani, ma ora, deluso (per la verità aveva avuto anche poco tempo, solo cinque anni), gli resta solo la certezza del Cristo a cui si aggrappa con forza.