Martedì 24 Giugno 2014 - Libertà
Alpini, la Cattolica a l'Aquila esporta il caso Piacenza
Paolo Rizzi e Antonio Dallara presenteranno ad enti locali ed operatori economici la ricaduta dell'Adunata nazionale 2013 sul territorio. Le università del capoluogo abruzzese e di Teramo verificheranno i dati con uno studio analogo
Il caso Piacenza, in fatto di adunate nazionali alpine, fa scuola e viene presentato in Abruzzo in vista dell'Adunata nazionale a l'Aquila, prevista per il 2015. I prossimi 1 e 2 luglio ad essere illustrato in Abruzzo sarà lo studio sull'evento nazionale alpino di Piacenza nel 2013, studio realizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l'Associazione nazionale alpini e con il Comitato organizzatore di Piacenza. Paolo Rizzi, docente e direttore del Laboratorio di economia locale della Cattolica piacentina, e Antonio Dallara, docente e rappresentante della Fondazione Itl (Istituto sui trasporti e la logistica), presenteranno i dati maggiormente significativi alle Università degli Studi de l'Aquila e di Teramo, poi agli enti locali ed alle categorie economiche.
«Vedremo se le università locali saranno disponibili a replicare il nostro studio sull'Adunata nazionale del 2015 - osserva Rizzi -, il che peraltro è un intendimento dell'Ana nazionale».
Riassumendo i numeri dell'Adunata piacentina: oltre 342 i mila partecipanti non residenti, di cui circa 79 mila alpini e 263 mila accompagnatori, parenti e amici. Le persone sono rimaste sul territorio piacentino per 2,6 giorni in media, pernottando in tenda o camper (oltre il 30%), in albergo (19%), in palestre o capannoni (11%), quindi in altre strutture ricettive, presso amici, parrocchie, centri sportivi, sedi di associazioni.
La maggior parte dei partecipanti ha dormito in provincia di Piacenza (64%), in seconda battuta nelle province limitrofe come Parma, Lodi e Pavia o in quelle di residenza, soprattutto chi si è arrivato direttamente il giorno della sfilata.
La spesa personale sostenuta durante i giorni dell'Adunata, escludendo le spese di viaggio, è pari a circa 132 euro. La spesa totale diretta effettuata dai partecipanti all'Adunata, pari a circa 42,5 milioni di euro nel territorio piacentino e 14 milioni di euro fuori Piacenza per un totale di 56,5 milioni di euro. Ma questa spesa diretta ha innescato ricadute indirette sul sistema economico del valore di 28 milioni di euro sulle imprese piacentine e di 35 milioni di euro per le imprese esterne. L'impatto economico complessivo dell'Adunata ha così raggiunto la cifra di 120 milioni di euro, di cui 70 milioni nella provincia di Piacenza e 50 milioni nel resto d'Italia.
Dall'altro lato lo studio è significativo anche per comprendere il giudizio finale espresso dalla popolazione locale sulla pacifica invasione alpina. Dalle interviste telefoniche a 202 piacentini è emerso che la grande maggioranza (80,2%) ha dichiarato di aver partecipato alla manifestazione. Si osserva una prevalenza relativa tra i maschi rispetto alle femmine (82,3% versus 78,6%), tra le fasce di età intermedie 26-45 anni (88,9%) e giovanili 15-24 anni (85%) rispetto agli ultra65enni (70,2%). E' elevato il numero di amici/parenti con cui gli intervistati dichiarano di aver partecipato all'Adunata: 6,4 persone in media, con le classi di età inferiori che hanno coinvolto più persone. La spesa media sostenuta durante l'Adunata risulta significativa e pari a 58,4 euro a persona, di cui la maggior parte effettuata per gadget e spese di vitto e bevande. In media i maschi hanno speso più delle femmine (65 versus 53 euro), così come le fasce di età più giovani, in particolare per i 26-45 anni.
Federico Frighi