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Venerdì 20 Giugno 2014 - Libertà

Gli Amici dell'Arte non ostacolino la Ricci Oddi

L'ASSOCIAZIONE POTREBBE SVOLGERE LA SUA ATTIVITA' IN UN'ALTRA SEDE

di IGNAZIO BRAMBATI
La mia passata esperienza di amministratore comunale in qualità di assessore ai lavori pubblici e la mia attuale posizione di semplice cittadino, mi induce a fare alcune riflessioni sul recente acceso dibattito che da pochi giorni ha contrapposto l'attuale Sindaco con la rappresentante dell'Associazione Amici dell'Arte, circa il futuro destino degli spazi facenti parte del complesso museale Ricci Oddi ed in particolare di quelli ora occupati dall'Associazione predetta.
La Galleria Ricci Oddi è considerata (a ragione) una fra le maggiori risorse in campo culturale artistico della nostra città pur trovandosi, per ragioni certamente estranee alla competenza, passione e dedizione di coloro che ne reggono (a vario titolo) le sorti, in una situazione di scarsa visibilità e ridotto utilizzo.
Il numero dei visitatori è basso, le attività museali molto ridotte, vuoi per la mancanza di impianti tecnologici adeguati vuoi per le modeste risorse finanziarie di cui la Galleria dispone. Negli anni scorsi quando dovetti occuparmi per ragioni d'ufficio di interventi su parte degli edifici circostanti il museo, l'esecuzione delle opere incontrò già allora difficoltà in quanto coinvolgevano direttamente gli immobili occupati dall'Associazione Amici dell'Arte la cui presenza al loro interno era incompatibile con l'esecuzione dei lavori.
Già allora però si sollevò la questione se non fosse utile per lo sviluppo delle attività legate alla Galleria favorire il trasferimento dell'Associazione Amici dell'Arte in altra idonea sede. Tale ipotesi venne presa in seria considerazione dall'allora Amministrazione comunale in quanto era stata ventilata la possibilità di poter usufruire dell'adiacente ex palazzo Enel divenuto proprietà della Fondazione della Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano. Per vari motivi che ora non sto ad elencare, il progetto di annettere tale palazzo alla Galleria Ricci Oddi non andò in porto, ma rimase sul tappeto la questione di mettere a disposizione della Galleria maggiori spazi per consentire a quest'ultima lo svolgimento delle sue attività in modo più adeguato e consono ad una struttura museale.
Sia ben chiaro, nessuno (come già detto dal sindaco Dosi) ha mai voluto arrecare pregiudizio all'Associazione Amici dell'Arte o disconoscerne il diritto all'esistenza. Soprattutto in questo momento, nell'ormai imminenza di EXPO 2015 ed in vista di un auspicabile ricaduta turistica sul nostro territorio, si rende necessario (al fine di rilanciare la Galleria Ricci Oddi) ripensare, come giustamente suggerito dal sindaco Dosi, al ruolo dei musei grandi o piccoli che siano e cioè: non più a meri contenitori, magari un po' polverosi, di opere d'arte ma a luoghi di aggregazione sociale inseriti nella vita reale delle città che li ospitano. Ciò è avvenuto e sta avvenendo in tutto il mondo, con buon successo di pubblico e risultati economici.
L'attuale presenza dell'Associazione Amici dell'Arte in parte dei locali costituenti il nucleo museale ostacola l'evoluzione in questo senso della Galleria Ricci Oddi. Ribadisco: tale associazione è giusto che continui a svolgere la sua attività ma in altra sede.
Peraltro, non mi risulta che essa, da molti anni a questa parte, abbia costituito un traino significativo per la promozione della Galleria sia all'interno che all'esterno dei confini cittadini.
Vengo, ora, al vero nocciolo della questione ponendo un quesito a chi ha veramente a cuore le sorti della nostra città: è accettabile che un'associazione di poche centinaia di persone, benché meritevole di attenzione e rispetto, possa per mero spirito di autoreferenzialità dei propri aderenti, ostacolare lo sviluppo di un Museo che è patrimonio di un'intera città?
Non sarebbe utile ed opportuno nell'interesse generale che l'associazione Amici dell'Arte rinunciasse ai suoi atteggiamenti intransigenti ed ai suoi diritti acquisiti e si rendesse consapevole della necessità di contribuire alla valorizzazione del patrimonio artistico comune?
La promozione e lo sviluppo delle attività culturali della Galleria senza incomprensibili ostacoli di parte legati a posizioni di rendita, legittime o meno, andrebbe (fra l'altro) di pari passo anche con la riqualificazione urbanistica di una parte bella ed importante del centro storico, facendo della nostra città un luogo di maggior richiamo turistico.

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