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Mercoledì 18 Giugno 2014 - Corriere Padano

Ri-Fondazione, porta aperta a nuovi equilibri dopo le clamorose dimissioni di Scaravaggi

Le clamorose dimissioni del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Francesco Scaravaggi, aprono un capitolo completamente nuovo (e senza precedenti: andrà individuato un iter per la scelta del successore, visto che lo statuto non prevede tale “cataclisma”) che avrà ricadute decisive non solo sull’ente di via Sant’Eufemia, ma sull’intera città. Il terremoto in Fondazione, infatti, è l’esito finale di una serie di scosse e scontri che hanno sconvolto il bilanciamento di poteri che ha a lungo caratterizzato la realtà locale.
“Ora, tranquillamente, me ne vado a casa: mi curerò la gastrite che mi ha fatto venire la Fondazione” ha dichiarato poco dopo l’addio il presidente dimissionario, e c’è da credergli: il clima in via Sant’Eufemia era da tempo teso oltre ogni possibilità di fare marcia indietro da parte dei contendenti.
La tormentatissima elezione di Scaravaggi, gli elettrici passaggi in Consiglio comunale, gli attacchi bipartisan sugli investimenti fatti durante la precedente gestione, la posizione del vicepresidente Beniamino Anselmi e una serie di giornate convulse hanno quasi inevitabilmente portato al rovente ‘redde rationem’: quando la mozione – presentata da Scaravaggi – per azzerare il consiglio di amministrazione (composto da Beniamino Anselmi, Giovanni Rebecchi, Renzo De Candia, Franco Marenghi, Stefano Pareti e Carlo Tagliaferri, oltre che dal presidente Francesco Scaravaggi) non ha ottenuto i voti attesi (solo 10 favorevoli rispetto ai 13 necessari), il presidente ha tirato le somme e ha gettato la spugna.
Mentre ancora infuriano gli echi degli attacchi bipartisan, ora si ricomincia da zero a zero: nel consesso che gestisce l’ingente ‘tesoretto’ (qualche centinaio di milioni di valore, anche se alcuni temono che i valori reali siano ormai fortemente ridimensionati) dei piacentini lo ‘status quo’ precedente potrebbe presto essere un remoto ricordo.
Ci sarà da trovare un altro equilibrio, e a doverlo fare – con gli occhi puntati di un’opinione pubblica che, a questo punto, si presume sarà più attenta che mai – sarà buona parte delle forze che contano della città: ricordiamo infatti che ad eleggere i 24 componenti del Consiglio Generale sono Comune e Provincia di Piacenza, gli altri 47 Comuni del territorio, la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Piacenza, la Diocesi di Piacenza-Bobbio, l’Università Cattolica di Piacenza, il Politecnico di Milano, gli organismi del volontariato piacentini, l’Associazione La Ricerca di Piacenza, il Conservatorio di Musica Nicolini di Piacenza, il Comune di Vigevano, la Diocesi di Vigevano e gli organismi di volontariato di Vigevano.
Una serie di enti e associazioni di natura diversa, ma comunque tutti influenti nel proprio ambito, che dopo la ‘guerra’ di questi mesi dovranno necessariamente addivenire a più costruttivi consigli per far ripartire un’ente dalle cui scelte e dai cui finanziamenti molte iniziative del territorio dipendono in modo strettissimo.
Con l’Expo alle porte, ogni minuto perso in più sarà un’aggravante.

Andrea Dossena

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