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Venerdì 6 Giugno 2014 - Libertà

Badanti, arrivano i piacentini

Terminato il corso. Su venti diplomati solo la metà è straniera

Una doppia risorsa, sia per gli anziani che hanno bisogno di assistenza, sia per i piacentini che ancora sono in cerca di lavoro. È quello che rappresenta la figura del badante, da sempre considerato un mestiere soltanto destinato agli stranieri. Il trend sta cambiando, come dimostra l'ultimo corso per badanti e di assistenza agli anziani organizzato dalla Fondazione San Benedetto con la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Venti in tutto i partecipanti, per la maggior parte donne, dieci dei quali sono italiani. Per tutti loro l'ambito riconoscimento di fine corso è arrivato ieri pomeriggio, nel corso della festa che si è tenuta nell'oratorio della chiesa della Santissima Trinità. Un pomeriggio conviviale, che gli stessi badanti hanno contribuito a rendere tale preparando alcuni piatti tipici dei loro paesi di origine (in prevalenza dal Sud America), con tanto di brindisi e di consegna degli attestati di partecipazione da parte del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Francesco Scaravaggi e del preside del San Benedetto Giulio Boledi, oltre ai docenti che hanno condotto le lezioni. Tra di loro Giancarlo Carrara e Carlo Mistraletti, che si sono occupati dell'ambito medico- assistenziale, e lo chef Filippo Lindi, che ha invece insegnato ai corsisti i piatti tipici del nostro territorio, rivisitati per essere più adatti a un menù per anziani: «Il riso, per esempio, come lo facciamo in Italia mantecato al formaggio e burro non va molto bene, ho proposto una variante con olio crudo.
Così come le ciambelle, le torte salate e le verdure, sempre di stagione, specialità ritoccate per essere inserite anche nella dieta di persone di una certa età». Il corso è iniziato lo scorso 7 aprile nelle sale del San Benedetto ed è giunto alla fine pochi giorni fa, permettendo ai partecipanti di avere una buona conoscenza di base dell'ambito assistenziale, in particolare per gli utenti della terza età e di poter così trovare lavoro nelle strutture specializzate o direttamente presso le famiglie. Come detto, e sottolineato dai presenti, «è la terza edizione e per la prima volta abbiamo una partecipazione così alta di italiani, addirittura la metà. Un fenomeno che probabilmente è dovuto alla crisi e anche per le ottime prospettive di lavoro offerte, visto che in passato tutti hanno trovato impiego in poco tempo. Quella del badante diventa quindi una vera risorsa per la nostra comunità, dà assistenza a chi ne ha bisogno e fornisce sicuri sbocchi occupazionali».

Gabriele Faravelli

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