Domenica 8 Giugno 2014 - Libertà
Gioele, Rebecca e nonna Aurelia dipinta di blu
La formula intergenerazionale. Zioni: difendiamo un patrimonio in tempi di crisi, occorre l'aiuto di tutti
All'Open Abi si dipanano una dopo l'altra le storie di mamme e di operatori, di figli di anziani ospiti. Patrizia Pastore, Alessandra Santi, Michela Tansini, Nazarena Barbieri, Anna Trimboli, Benedetta Benzi, Giusy Cremonesi raccontano le loro esperienze.
Le mamme di Gioele e di Rebecca, le figlie di Teresa e di Lelia (Aurelia): ciascuna mette il suo accento sulla bellezza della relazione intergenerazionale che permette ai nonni di dar valore (anche davanti a se stessi) alla propria storia pronunciandola a voce alta e trasferendola ai bambini e a quest'ultimi di nutrirsi di cose che altrimenti non conoscerebbero mai.
Nessuno si meraviglia più se la carrozzina di un nonno diventa la tolda della nave-pirata, se nonna Aurelia torna a casa con la faccia dipinta di blu come se niente fosse. La vita qui può diventare molto spassosa anche per gli anziani.
L'intervento centrale della giornata è affidato alla presidente di Unicoop Arlene Zioni. C'è un patrimonio umano fatto di 119 ospiti (79 anziani, 40 bambini) e 40 operatori fra educatori, assistenti, coordinatori di servizi, personale di cucina, ausiliarie e manutentori. Zioni inizia da lontano, da quando il Comune espresse l'esigenza nel 2006 di avere un nuovo nido con sezione lattanti, per bambini dai 3 ai 12 mesi, in cento storico. Arrivava intanto la notizia di una casa di riposo che rischiava di chiudere, Don Maurizio Noberini, presidente Onfs, propose ad Unicoop di rilevare e gestire la casa di riposo. «Il progetto diventa più grande, più impegnativo, più rischioso ma anche più motivante e sfidante di quanto pensassimo». Il nido apre a settembre 2007, ad aprile 2009 la casa di riposo e il centro diurno. Sono stati investiti 4 milioni di euro, di cui 500 mila dalla Fondazione e 500 mila da Regione e Provincia, il Comune ha convenzionato 25 posti nido e accreditato 20 posti al centro diurno, i restanti 76 (17 sul nido, 5 al centro diurno e 54 alla casa di riposo) sono a mercato privato. Un'impresa collettiva ha portato fin qui. Ma oggi?
«Siamo impegnati - dice Zioni - a difendere la storia e il patrimonio sociale ed economico di questa impresa, 40 servizi a Piacenza e provincia, più di mille utenti serviti, 315 posti di lavoro. E' uno sforzo che dobbiamo fare insieme. Siamo impresa sociale, senza fini di lucro, ma di utilità sociale. E se condividiamo un utile credo sia giusto chiedere alle istituzioni di Piacenza anche di condividere il rischio. Solo insieme possiamo farcela ad uscire da questo momento difficile».
Sono parole forti quelle consegnate dalla presidente alla comunità e fanno presagire come sotto il clima di festa e di orgoglio per i passi fatti, si respiri anche il timore di "reggere" ai venti di crisi con tutta la forza necessaria.