Domenica 1 Giugno 2014 - Libertà
Un Decameron a suon di frizzi e lazzi
Per Pre/Visioni brillante prova dei ragazzi del Liceo "Gioia" nel classico del Boccaccio
di PAOLO SCHIAVI
Di come i "suoi" ragazzi del Liceo "Gioia" siano diventati bravi a riscrivere i grandi classici della nostra letteratura, Nicola Cavallari ce lo aveva già dimostrato due mesi fa con le Operette (A) Morali. E venerdì, per il cartellone Pre/Visioni di Teatro Gioco Vita, al Teatro Gioia è toccato invece alla classe 3° scientifico A. Esito del laboratorio teatrale su Boccaccio, è stato il Decamerone - 10 corti teatrali e un epilogo. Un'altra rivisitazione rapida, ripida e leggera a suon di frizzi, lazzi e gag irriverenti. Un'altra occasione offerta ai ragazzi per affrontare lo studio con spirito fresco e costruttivo.
Lo spettacolo, inserito nel progetto InFormazione Teatrale curato da Gioco Vita e sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha condensato in un'ora tutta l'essenza del Decameron. Anche questa sbarazzina versione teatrale ha fatto appello alla struttura dell'opera boccaccesca. Dieci giornate, per altrettanti "corti" teatrali, flash performativi che si risolvevano in pochi minuti o addirittura, fulminanti, in una manciata di secondi. Se il gruppo di giovani immaginati da Boccaccio si raccontavano novelle umoristiche dalle tinte erotiche per sfuggire alla peste nera, i ragazzi della 3ª A si sono combinati, scombinati, composti e ricomposti in 10 gruppetti per "recitarsi addosso" i racconti salienti di ciascuna giornata della raccolta e sfuggire alla noia dello studio canonico che mal si sposa all'esuberanza giovanile e ai fervori primaverili.
Legate dalla musica tarantiniana di Kill Bill, le 10 brucianti scenette non hanno rinunciato alla goliardia più spinta. Se la prima giornata è stata riassunta con licenza poetica da un buffo trio di mimi e un narratore, la seconda ha visto il mercante di cavalli Andreuccio gabbato dalla donzella, scivolare nella sua stessa cacca, sgraffignare il rubino dalla cattedrale e recuperare infine con astuzia sia il gioiello che i fiorini derubati. Tre le giornate più esilaranti. La terza, col giardiniere Masetto destinato a soddisfare i pruriti di tutte le suore del convento. La sesta, con Frate Cipolla trasformato in una specie di rap-star con tanto di band, coro di groupies e imbonitore al seguito, sulle note di James Brown. L'ottava, con Calandrino, Bruno e Buffalmacco, tradotti come tre "mosche da bar" e assorti a pescar pesci a ridosso della prima fila. Altrettanto efficaci la novella con gli innamorati Pasquino e Simona rivista in formula di spot - brutta fine per lui, dopo aver usato "Salviadent" per migliorare il suo alito pestilenziale - quella con la bella Bartolomea divisa tra il gracile giudice Ricciardo e il baldanzoso Paganino, qui un Rocco Siffredi dalle abnormi protuberanze. Quella con Peronella, l'amante Giannello e il tino da pulire. E il finale, tra i Carmina Burana e un buffo epilogo, tutti in coro a cantar L'uselin de la comare senza paura di ammiccare, fino alla fine, con abbondanti dosi di malizia.
Molti applausi a tutti i ragazzi, bravi, tra i quali si nasconde più di un futuro potenziale attore: Francesca Agogliati, Alice Anelli, Alessandro Battaglia, Bianca Bersani, Emilio Cammarata, Giulia Cordani, Lorenzo Faccini, Francesca Forlani, Pierlivia Fornaroli, Matteo Gallini, Silvia Gini, Daniele Gravaghi, Nicolò Leggi, Dante Modesti, Rachele Malaspina, Francesco Scocca, Michele Spelta, Sophia Trabucchi, Erica Tronconi, Umberto Utica, Tommaso Zanaboni, Lorenzo Zangrandi, Marco Zerbarini e Roberto Zerbi.