Martedì 3 Giugno 2014 - Libertà
Marramao: «Non conosciamo la direzione futura dello Stato»
piacenza - «Lo stato nazione così come si è formato in quattro o cinque secoli è troppo piccolo per fronteggiare le grandi sfide globali e troppo grande per stare dietro alla complessità delle domande locali: questo è il problema». Così Giacomo Marramao, docente dell'Università Roma 3, ha tracciato la parabola discendente dello stato moderno di fronte all'epoca della globalizzazione: lo ha fatto nel corso dell'intervento tenuto sul tema Dopo il Leviatano, individuo e stato all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'incontro si è inserito nell'ambito di Vita pratica, la rassegna filosofica organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano in collaborazione con Daniele Bonelli, Attilio Finetti, Katia Tomarchio e Franco Toscani che quest'anno si focalizza su Politica in questo tempo: individuo, stato, mercato e che dunque ha un approccio decisamente meno filosofico e più sociologico rispetto alle edizioni precedenti. Tornando all'intervento di Marramao, il docente e filosofo è partito dalla considerazione della globalizzazione intesa non soltanto come un fenomeno economico e finanziario, ma anche culturale: «La globalizzazione ci colloca in una dimensione post-statuale - ha spiegato il docente -, noi abbiamo alle spalle lo stato moderno perché una serie di sue prerogative rappresentano per noi un punto di non ritorno: penso da esempio al diritto eguale e all'idea dell'uguaglianza sociale che sono delle implicazioni delle stato moderno». Ma se lo stato moderno rappresenta una realtà ormai obsoleta, ciò che resta da fare è in ragionamento sul presente: «Noi viviamo in una sorta di interregno in cui sappiamo quale sia stato il nostro passato, ma non quale sia la direzione futura - ha continuano Marramao -, sappiamo che ci siamo lasciati alle spalle la vicenda dello stato moderno, ma non conosciamo quali saranno i caratteri di una governance sovranazionale globale: occorre dunque cercare di capire cosa stia accadendo ed è necessario formulare delle tesi sull'attuale configurazione del mondo che sarà più evidente nei prossimi cinque anni, ma che si sta delineando». Il focus della questione ricade così sul tema del diritto: «Noi abbiamo avuto un diritto prima dello stato, ma ora stiamo conoscendo un diritto dopo lo stato - ha concluso Marramao -, il che non vuol dire che lo stato non ci sia più, ma che gli stati nazione imperniati sul concetto di sovranità non abbiano più l'efficacia di fronteggiare le sfide della globalizzazione, ossia le minacce e le insidie alla sovranità statale che provengono dall'alto e dal basso».
Betty Paraboschi