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Martedì 23 Marzo 2004 - Libertà

"Pari dignità per tutti gli atenei"

Passa con un correttivo la legge regionale che mette Piacenza in secondo piano. Parlano i direttori. Beretta: passi in avanti. Francesconi: è un compromesso

La legge regionale che istituisce la Conferenza Regione-Università è stata approvata. Gli atenei piacentini (Cattolica e Politecnico) con sede legale in Lombardia, come si temeva non siedono "a pari dignità" con gli altri istituti che hanno radici in Emilia Romagna, tuttavia è stato inserito un "comma" che prevede l'invito di diritto del rettore della Cattolica alla riunioni degli altri rettori e la possibilità di invitare anche il Politecnico. Una soluzione che lascia un gusto amaro nei direttori delle sedi piacentine: Libero Ranelli (Cattolica) e Stefano Consonni (Politecnico).
Non l'ha gradita neppure la Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori che - per voce della presidente Maurizia Lesini e del coordinatore provinciale Mauro Vicini - ha attivato anche i suoi organismi regionali per far pressione, così come si era attivata la Cisl, affinché si corregga il tiro ("la decisione attuale non elimina le preoccupazioni che, nelle scelte di questo organo, il sistema universitario piacentino possa essere discriminato...."). Specie sui fondi.
Di segno opposto le valutazione di due consiglieri regionali: il diessino Nino Beretta considera la correzione introdotta al primo testo di legge un "piccolo passo in avanti", da cogliere in positivo rispetto alla storica esclusione dei nostri atenei per una questione di sedi legali. Beretta sottolinea che, al di là di tutto, innegabilmente Bologna ha sostenuto Piacenza con varie iniziative: il centro di ricerche per lo sviluppo locale, il nascente centro di ricerca informatica del professor Domenico Ferrari, l'assegnazione di un master e l'Istituto per la Logistica. La collaborazione si è concretizzata, dunque, anche con atenei che vengono finanziati dalla Lombardia alla voce "diritto allo studio".
Dal podio di Forza Italia, un altro consigliere regionale, Luigi Francesconi cita invece le battaglie sostenute in aula insieme a Pietro Vicenzo Tassi con emendamenti tutti "bocciati" a favore dell'inserimento a pieno titolo di Piacenza nella Conferenza, ma il cui spirito sarebbe stato al fine "recepito" con la modifica della bozza iniziale. "Avremmo preferito che fosse riconosciuta la stessa dignità a chi fa cultura nel territorio emiliano-romagnolo, ma l'amministrazione non perde mai la sua connotazione centralista e statalista, in questo contesto la soluzione trovata è il miglior compromesso possibile".
Fin qui la politica, che poco riesce a scalfire le lobby accademiche regionali a ranghi serrati. In quanto alla cultura, come dicevamo, mastica amaro.
"E' un problema che da tempo si cerca di affrontare - sostiene Libero Ranelli, direttore della sede piacentina della Cattolica -. Gli insediamenti presenti in Regione Emilia Romagna devono avere pari trattamento. Meglio sarebbe stato applicare per questa Conferenza Regione-Università lo stesso criterio della Legge Bastico nell'istituire la conferenza regionale sul sistema formativo, dove il polo universitario piacentino potrà avere un solo rappresentante, ma a pieno diritto. Anche qui si poteva introdurre, avremmo indicato una figura in alternanza noi e il Politecnico". La Cattolica sottolinea anche la sua autonomia da Milano, con corsi esclusivi di Giurisprudenza, Agraria ed Economia. Si poteva superare, argomenta Ranelli, il puro aspetto giuridico-formale, si poteva meglio contemperare l'esigenza di tutela delle sedi legali emiliano-romagnole con il riconoscimento del polo piacentino.
Stefano Consonni, direttore della sede piacentina del Politecnico (ancor più accantonato nelle opzioni regionali) commenta: "Siamo senza parole, la storia continua a ripetersi, un'esclusione ai limiti della provocazione ci fu già a dicembre per il laboratorio sulla meccanica avanzata e macchine utensili (Musp, ndr), recuperata poi politicamente e grazie agli imprenditori, ma i segnali di un cambiamento non arrivano". La possibilità di essere invitati? "Non vogliamo essere invitati ma partecipare con pieno diritto e pari dignità con altri atenei prestigiosi quanto il nostro ma verso i quali non abbiamo complessi di inferiorità". Il Politecnico contribuisce alla crescita del territorio "e non vogliamo estrarre risorse da portare via da Piacenza, oltretutto abbiamo il Centro per lo sviluppo del Polo di Piacenza che è uno strumento amministrativo autonomo con proprio bilancio".
Fortunatamente sul Musp sono arrivati sostegni della Fondazione e si avvia il progetto esecutivo con sede al polo fieristico "ma ci attendiamo aiuto e sostegno anche dal mondo industriale, con commesse ad hoc" dice Consonni. "Si è avviato anche un altro progetto per il centro sulle tecnologie energetiche nell'ex Centrale Emilia, se ora avessimo un riconoscimento regionale il clima migliorerebbe e ci sentiremmo parte di una realtà".

Patrizia Soffientini

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