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Venerdì 30 Maggio 2014 - Libertà

«Azione di responsabilità su Monte Parma»

L'avvocato Giorgio Reggiani (per due mandati nel consiglio di amministrazione della Fondazione) rivela l'iniziativa di autotutela messa già in atto: «Per i dati non veritieri che ci furono presentati»

«Se qualcuno vuol fare un'azione di responsabilità verso il consiglio di amministrazione della Fondazione per gli investimenti passati, la faccia, ma basta con certe polemiche». L'avvocato Giorgio Reggiani, per nove anni in Fondazione di Piacenza e Vigevano - prima nel consiglio generale, poi per otto anni nel consiglio di amministrazione presieduto da Giacomo Marazzi - attualmente, insieme a Beniamino Anselmi, siede nel Cda di Banca Monte Parma per conto della nostra Fondazione (che ancora detiene il 10 per cento di azioni dell'istituto parmense controllato da Banca Intesa).
Reggiani prende l'iniziativa ed entra nell'infuocato dibattito sulle scelte che hanno portato a investimenti rivelatisi poi dannosi per il patrimonio della Fondazione che nel 2008 acquistò quote fino al 18 per cento di Monte Parma. E dà una notizia. «Un'azione di responsabilità è stata fatta dalla nostra Fondazione e proprio verso Monte Parma, verso i precedenti amministratori dell'istituto i cui beni sono stati posti sotto sequestro da qualche settimana». La mossa è stata condivisa da tutti i nuovi amministratori della banca, tanto che Intesa ha lasciato al loro posto nel Cda di Monte Parma proprio la componente piacentina che chiedeva trasparenza.
«C'è una guerra che dura da più di un anno contro la Fondazione e l'ex presidente Marazzi, che è stato un ottimo presidente e ci si dimentica di quello che ci siamo trovati - ricostruisce Reggiani - come gli investimenti nelle Funivie di Marilleva e nell'Euroterminal di Venezia per 15 milioni di euro». Sfumati.
«Sull'investimento in Banca Monte ci fu l'assenso del Cda della Fondazione, poi del consiglio generale - ricorda Reggiani - entrare in una banca poteva voler dire influire a favore della città». Non venne in mente che poteva essere la banca sbagliata? «Abbiamo fatto fare la due diligence (il processo investigativo per valutare valore e condizioni, ndr), diede esito positivo e così fece Banca Sella. Poi c'è stata la crisi, la bolla finanziaria, le banche hanno perso tutte. Quel che è peggio e che non era prevedibile, si è scoperto che la situazione di Monte Parma era diversa da quella presentata e controllata dall'advisor». Da qui, l'azione di responsabilità («Fatta su impulso della nostra Fondazione»). Un'azione di responsabilità è stata invece evocata in consiglio comunale circa quella decisione di investire in Monte Parma. «A questo punto sono io il primo a chiederla - obietta Reggiani - o la si fa o la si smetta. In quell'investimento ci siamo cascati tutti, la Fondazione Monte Parma ha svalutato un centinaio di milioni. La banca oggi sta riprendendo molto, con Intesa stiamo approvando il bilancio intermedio, si sta risanando la perdita, si va verso il pareggio». Reggiani, in chiusura, spezza l'ultima lancia a favore di Marazzi: «Ha accresciuto il patrimonio di oltre 40 milioni di euro, ci sono stati 60 milioni di erogazioni, abbiamo sostenuto grandi progetti come le università, con impegni enormi».
Cambio al vertice Va dato conto di una posizione - di tutt'altro tono - giunta dal consigliere comunale Marco Colosimo (Piacenza Viva) che scrive: «Serve un cambio ai vertici della Fondazione, una persona capace di saper prendere decisioni forti, di imporre il proprio pensiero, un presidente che rompa una volta per tutte con coloro che hanno fatto scelte scellerate e che hanno colpito in maniera considerevole il patrimonio dei piacentini». E ancora: «Alcuni di coloro che sedevano all'interno della Fondazione in quegli anni, ancora oggi sono lì presenti, senza aver mai ammesso una propria colpa. Il presidente Scaravaggi deve fare pulizia».

Patrizia Soffientini

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