Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Martedì 23 Marzo 2004 - Libertà

Quale "Progetto culturale per la Ricci Oddi"?

Il dibattito sul presente e sul futuro della Galleria d'arte moderna.

Nell'articolo pubblicato da Libertà il 3 aprile 2003 dal titolo "La Ricci Oddi deve crescere o muore" l'assessore Pareti asserisce: "Il Comune dovrebbe impegnarsi per un incarico pluridisciplinare ad un pool di esperti per cominciare a ragionare sulla Galleria, a partire dall'assetto istituzionale, passando attraverso competenze sull'organizzazione". Mi trova completamente d'accordo: oggigiorno soltanto un'equipe formata da persone con professionalità differenti è in grado di realizzare progetti altamente qualificati, dando ciascuno il proprio contributo in base alle competenze professionali possedute.
"Libertà" del 1° marzo 2004 riporta in ultima pagina un articolo dell'Asssore alla Cultura dal titolo "Un progetto per la Galleria"; nell'ultima parte egli afferma: "Ho avviato, d'intesa con la Giunta comunale, un'azione diretta alla revisione dello Statuto della Galleria e un'altra diretta ad un incarico per la selezione di un progetto culturale per la Ricci Oddi, che tenga conto dei nuovi spazi dell'edificio ex Enel."
Qualche giorno dopo ho telefonato all'ufficio dell'Assessorato alla Cultura per avere ragguagli circa la selezione sopracitata alla quale ero interessata come operatore culturale e lo stesso assessore Pareti, molto gentilmente, mi ha informata che non ci sarà alcuna selezione e che sono in atto trattative per affidare, subito dopo l'approvazione del bilancio, direttamente un incarico al Prof. Daverio.
Esaminando lessicalmente la frase "un incarico per la selezione di un progetto culturale per la Ricci Oddi, che tenga conto dei nuovi spazi dell'edificio ex Enel", avevo erroneamente tratto la conclusione che sarebbe stato affidato un incarico ad un esperto d'arte il quale avrebbe tracciato delle linee-guida all'interno di un progetto artistico-culturale, e avrebbe, in seguito, insieme ad una commissione di esperti, valutato i progetti organizzativi redatti da operatori culturali sulla base delle suddette linee-guida.
Circa un anno fa mi sono stati richiesti due progetti per la biblioteca del Conservatorio di Musica "G. Nicolini" di Piacenza: uno relativo all'organizzazione della catalogazione informatizzata del patrimonio librario e documentario; l'altro relativo all'identificazione degli spazi necessari alla nuova sede della biblioteca in rapporto al patrimonio attuale, agli incrementi futuri, alla informatizzazione del catalogo, alle funzioni che la biblioteca svolge all'interno del Conservatorio e alla ipotizzata apertura al pubblico; nuova sede che è stato in seguito deciso di dislocare all'interno del palazzo ex Enel.
Sin da quando ho stilato tali progetti, datati 8 maggio 2003, mi è stata ventilata l'ipotesi della condivisione di spazi fra la biblioteca del Conservatorio e la biblioteca della Ricci Oddi, ipotesi che ho sempre rigettato poiché, a mio avviso, esistono precise ragioni tecniche e gestionali per le quali tale soluzione è assolutamente improponibile: corretto sotto tutti i punti di vista che le due biblioteche siano entrambe nella stessa struttura, ma ciascuna con spazi propri. Recentemente mi è stato riferito anche che ci sarà (e giustamente) un collegamento interno fra palazzo ex Enel e la Ricci Oddi: ma allora il progetto è di fatto già stato concordato ed è solo una pura formalizzazione l'incarico al Prof. Daverio? Quale progetto?
Di che cosa necessita la città di Piacenza che possa essere realizzato all'interno di questa ricca opportunità? Di semplici spazi espositivi per mostre temporanee da aggiungere a quelli già esistenti o di un Museo di Arte moderna al passo coi tempi (o Museo di Arte moderna e contemporanea, ma lascio agli esperti di arte dibattere questa materia che non mi appartiene professionalmente)? C'è una bella differenza fra le due prospettive!
La scelta fra le varie tipologie di intervento, a mio avviso, deve essere attuata
da chi è stato delegato al governo della città ed è consapevole delle esigenze della città stessa (lo spesso prof. Daverio molto opportunamente in un'intervista rilasciata a Telelibertà qualche mese fa ha affermato: "Sono i piacentini che devono decidere che cosa vogliono").
L'Assessore Pareti infatti, già nell'intervista rilasciata a "Libertà" il 3 gennaio 2003 aveva espresso chiaramente il proprio pensiero e quale fosse la direzione da seguire.
Da oltre quindici anni svolgo la professione di operatore culturale soprattutto nel settore delle biblioteche di pubblica lettura; ho ricevuto incarichi da numerose Amministrazioni pubbliche della nostra Provincia, dall'Aministrazione Provinciale e anche dal Comune di Piacenza; credo fermamente nel ruolo fondamentale che Biblioteche pubbliche e Musei rivestono all'interno di una società civile. In nome di tale esperienza pluriennale mi permetto qualche suggerimento a tutti coloro che si adopereranno dal punto di vista artistico e culturale attorno alla destinazione di Palazzo ex Enel.
Nei giorni scorsi ho partecipato ad un Convegno al Palazzo delle Stelline a Milano sul tema: "Professione bibliotecario: come cambiano le strategie di formazione"" L'Assessore alla cultura del Comune di Milano all'interno del proprio intervento ha affermato: "Biblioteche e Musei non sono più soltanto esposizione (di libri o di opere d'arte) ma sono centri attivi di cultura".
Questo concetto da diversi anni viene ribadito da tutti coloro che operano in questi settori: Biblioteche e Musei intesi come semplice esposizione, rivolti ad un pubblico ristretto di studiosi, ricercatori ed esperti, con un bacino di utenza limitato e solo locale rappresentano il passato; oggi queste strutture devono fornire servizi ai cittadini, interagire con la città e con la società in generale, essere appunto centri attivi di cultura: e questo è il presente.
Mi trovo quindi d'accordo con l'intervento di Giorgio Milani su "Libertà" di domenica 7 marzo 2004 per quanto riguarda la parte organizzativa e funzionale dell'ipotizzato Museo, ma vorrei entrare più nel dettaglio. Oltre agli spazi espositivi, quali sono quindi i corollari necessari per rendere un Museo al passo coi tempi e attivo a livello planetario?
Innanzitutto i cataloghi informatizzati dei propri patrimoni; i patrimoni della Ricci Oddi (collezioni, archivio e biblioteca) dovranno in futuro essere tutti accessibili on line e risultare integrati tra loro, in modo da consentire collegamenti continui tra i diversi patrimoni, per argomento, autore, periodo, connessioni storico-artistiche ed essere consultabili in una navigazione trasversale che suggerisce rimandi tra dipinti e documenti, libri scritti dall'artista o sull'artista. Un meta-motore quindi che mette il patrimonio del Museo a disposizione del pubblico proponendo un'esplorazione guidata intra-settoriale (con descrizione dei depositi o dei fondi, schede biografiche sugli autori, fino all'abstract del singolo documento o alla scheda sulla specifica opera). Tutto ciò è stato già realizzato in altri Musei: ad esempio i cataloghi dei patrimoni del Mart di Rovereto di Trento, riassunti nell'acronimo C.U.M. - Catalogo Unico del Mart - sono ora completamente accessibili on line ed è il C.U.M. il meta-motore che mette il patrimonio del Museo a disposizione del pubblico.
Sala conferenze dotata della più sofisticata tecnologia e dei sistemi multimediali necessari per convegni, conferenze stampa, video-proiezioni, stage ecc.;
Sezione didattica con aule-laboratorio concepite per fasce di età (dai bambini agli adulti);
Biblioteca specializzata nel settore artistico provvista di zona reference, una zona a scaffale aperto, spazi per la consultazione in sede, il magazzino, l'emeroteca, un'ampia sala dotata di attrezzature informatiche per la consultazione dei cataloghi di cui sopra gestita da personale bibliotecario altamente qualificato e con notevoli competenze in campo artistico;
Reception, book-shop.
Vorrei ora tornare alla Biblioteca del Conservatorio (anch'essa presente all'interno di palazzo ex Enel), specializzata in campo musicale: possiede un parimonio documentario di circa 20.000 unità suddivise fra monografie, periodici, manoscritti musicali, partiture musicali, CD, musicassette, vinili e videocassette, oltre a fondi di grande pregio. Si tratta quindi di una biblioteca che deve essere organizzata in parte come biblioteca "di conservazione", in parte come biblioteca "a scaffale aperto" e ha una peculiarità propria delle biblioteche musicali: necessita di una zona per la consultazione in sede con strumento (esistono appositi prefabbricati insonorizzati - specie di box con vetri e porta d'ingresso - all'interno dei quali vi è lo spazio per un pianoforte a muro che si possono inserire in qualsiasi locale). Non voglio tediare ulteriormente chi non si occupa per professione di tali questioni, ma, a fronte delle brevi considerazioni fatte qualcuno mi sa dire quali spazi potrebbero condividere le due biblioteche?
Data l'importanza del patrimonio sopra descritto, quando l'informatizzazione del catalogo sarà terminata e i dati saranno accessibili on line, è certo che la biblioteca del Conservatorio potrà essere un polo d'attrazione notevole a livello nazionale e non ritengo che tale apporto possa essere considerato di poco conto.
L'articolo citato in precedenza datato 3 aprile 2003 si conclude asserendo che, data la molteplicità degli enti coinvolti nel progetto, sono scaturiti problemi di leadership. L'accordo fra Comune e Fondazione è stato siglato alla fine dello scorso anno: immagino che siano stati ben definiti preliminarmente i ruoli e le competenze di ciascuno. O persistono tuttora problemi di leadership?
Concludo citando il Manifesto Unesco per le Biblioteche Pubbliche che in due punti così recita: 5) Promuovere la consapevolezza dell'eredità culturale, l'apprezzamento delle arti, la comprensione delle scoperte e innovazioni scientifiche; 6) Dare accesso alle espressioni culturali di tutte le arti rappresentabili.

*Operatore culturale

Giuseppina Benzi*

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio