Mercoledì 28 Maggio 2014 - Libertà
Quando l'antenato torna in vita
Diverte al President "Al progenitur" con i Giovani di Castelsangiovanni
piacenza - Ben ventidue compagnie filodrammatiche di città e del territorio, come ha ricordato il razdor Danilo Anelli, si sono avvicendate sul palcoscenico del Teatro President nella Rassegna dialettale, organizzata dalla Famiglia Piasinteina in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e l'Amministrazione Provinciale, dedicata a Enrico Sperzagni, noto giornalista e poeta piacentino, con il sostegno sempre di un folto pubblico.
A chiudere la rassegna sono venuti da Castelsangiovanni "I Giovani", una filodrammatica di lungo corso guidata da Giuseppe Bernini, per l'occasione anche autore del testo, regista e attore.
«Il titolo Al primugenitur - dice Bernini -, termine insolito, l'ho trovato nel vocabolario di Guido Tammi e sta per antenato». La vicenda paradossale, piuttosto comica, ha per protagonista il marchese Guarenti, fondatore di una stirpe di gaudenti. L'ultimo rampollo, ingegnere Sigismondo, ha dissipato il restante patrimonio in viaggi e festini, portandosi appresso l'amante Katia, petulante e moglie del cav. Beccaccini. La salvezza dal disastro finanziario è rappresentata dalla vendita del palazzo di famiglia, custodito dal fedele Egidio con la nipote Fanny, oppure accettare per sempre l'amante Katia disposta a mettere del suo.
Visitando la casa si scopre una porta che nessuno è mai riuscito ad aprire. Vanessa, la figlia del senatore Scaglia, presa di mira dal giovane Sigismondo, intuisce dietro la pesante imposta un segreto. Citato per caso il motto di casa Guarenti, la porta si apre e tra uno sbuffo di fumo appare il fondatore della casata, un bel giovane in tenuta d'epoca, colpito dal sortilegio che lo fa morto ma anche vivo all'occorrenza per salvare il salvabile del patrimonio. Avvezzo a comandare, ha modi autorevoli e tratta tutti dall'alto, a cominciare dalle signore Scaglia venute a visitare la casa per l'acquisto. Non esita a fare carta straccia delle cambiali a debito del nipote, presentate per la riscossione dalla rappresentante di una finanziaria. Mette alla porta il marito becco dell'amante Katia, venuto a proporre una soluzione al dissesto dell'impresa dello sprovveduto Sigismondo.
Pure spaventato di fronte a cose che non conosce come la radio, il telefono, la luce elettrica, l'antenato marchese si destreggia così bene da salvare alla fine il palazzo così da potersi ritirare nel suo antico quartierino, soddisfatto.
Un folto gruppo di giovani è impegnato a dar vita alla pochade, a cominciare da Luca Gobbi (antenato) e Luca Casaroli (Sigismondo, nipote squattrinato); Carla Rovescala e Alessandra Ferrari sono le (donne Scaglia), Marzia Boselli è l'amante Katia, Antonio Cantoni il (marito tradito), Silvia Tombini (l'agente finanziario), Alessandra Tramelli (Fanny) e Giuseppe Bernini (Egidio custode). Hanno fatto le cose in grande i castellani, portando una loro scena a cura di Luigi Dosi e Franklin Nunes, con Franco Cremaschi puntuale rammentatore e ancora i collaboratori Sebastiano Rametta, Carlo Valla, Ilaria Zuavi.
Gian Carlo Andreoli