Giovedì 29 Maggio 2014 - Libertà
Azione di responsabilità, i distinguo di Putzu e Tassi
La Fondazione e il caso Monte Parma
Dopo il dibattito in consiglio comunale
(guro) Unanimemente critici i giudizi levatisi lunedì in consiglio comunale sull'ingresso della Fondazione di Piacenza e Vigevano nel capitale di Banca Monte Parma, 72 milioni di investimento costati sin qui una svalutazione di 52,5 milioni di euro. Critici verso chi decise quell'operazione nata tra il 2007 e il 2008, ossia il cda allora in carica presieduto da Giacomo Marazzi.
C'è chi da quei giudizi si è spinto fino a un'perentoria richiesta di azione di responsabilità da muovere nei confronti degli ex vertici di via Sant'Eufemia (richiesta indirizzata all'attuale presidente Francesco Scaravaggi), chi l'ha evocata in termini sfumati, chi ci ha girato intorno senza farne esplicita menzione.
Filiberto Putzu (Fi) ha tenuto a fare sapere con una nota inviata ieri di «non aver in alcun modo mai avanzato la richiesta di un'azione di responsabilità nei confronti di chicchessia, ed inoltre di non aver presentato alcuna istanza nè firmato alcun documento in questo senso, nè tantomeno di averlo indirizzato ad alcun organo, soggetto o persona». Allo stesso modo Marco Tassi (Pdl) ha precisato che «durante il mio intervento in consiglio non ho avanzato alcuna richiesta di azione di responsabilità nei confronti di alcun cda o della Fondazione».
Per completezza di informazione, ecco alcuni degli stralci più significativi degli interventi dei due consiglieri. Putzu: «L'attenzione sui soldi propri è di un certo tipo, quando i soldi sono pubblici invece l'attenzione forse non è quella che dovrebbe essere (...) Quando il politico sbaglia viene massacrato, e giustamente, la regola deve appartenere anche alla società civile, la mala gestio in senso lato della società civile non è meno grave della ruberia del politico (...) Se voi (della maggioranza di centrosinistra, ndr) non parlate, allora siete collusi con i vostri rappresentanti (nella Fondazione, ndr) nominati da Reggi e Dosi».
Tassi: «Se il presidente della Fondazione (Scaravaggi, ndr) ritiene di svolgere quasiasi tipo di azione, ha la rappresentanza legale per poterlo fare rispetto a valutazioni su una sana e prudente gestione. Sulla base di questo può promuovere azioni di questo genere. Se un domani dovesse emergere che non ha fatto azioni che doveva promuovere per qualsivoglia tipo di vicenda e verso chicchessia, ne risponderà. C'è anche una prescrizione. Questa è la questione su cui il presidente e il consiglio generale devono fare le loro valutazioni. Ci sono le autorità giudiziarie dove fare esposti, cause e quant'altro. Se poi uno ravvisa che non ci sia alcuna responsabilità e violazione, se ne assume la responsabilità personale. Bisogna vedere se gli investimenti sono stati fatti secondo una sana e prudente gestione del patrimonio».