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Mercoledì 4 Maggio 2005 - Libertà

Sei personaggi della diversità, poetici

La rassegna curata da Pkd ha proposto in San Matteo un evento di straordinaria forza e suggestione. Emozionano i francesi Oiseau Mouche rielaborando Pirandello

Si è svolta nei giorni scorsi con successo a Piacenza la rassegna "Teatro e diversità" curata dall'asociazione PKd con Comune e la collaborazione di Ospizi Civili, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia e Enel: incontri, convegni, spettacoli sul tema del teatro del disagio. Ecco un bilancio attraverso la cronaca dei vari appuntamenti. In San Matteo la rasssegna Teatro e Diversità ha proposto l'appuntamento teatrale più prestigioso con la Compagnia Oiseau Mouche di Roubaix (Francia) che ha presentato Personnages, una creazione diretta da Antonio Viganò ispirata ai Sei personaggi di Pirandello. La compagnia francese conta 20 anni di attività ed è costituita da 23 attori di diversa abilità, impegnati a produrre spettacoli che hanno accoglienza in Francia e in rassegne internazionali. L'incontro con il regista italiano è avvenuto in occasione di rappresentazioni in Francia da parte della compagnia del regista, La Ribalta. "E' stato un colpo di fulmine reciproco - ricorda Viganò - e io sono rimasto affascinato dalla professionalità di questi attori". Personnages, come si diceva, prende spunto dal più noto dramma di Pirandello Sei personaggi in cerca d'autore. Un puntiglioso regista, nell'adattamento di Oiseau Mouche, sta provando la messa in scena di Amleto, quando inaspettati giungono in palcoscenico due giovani e quattro ragazze, giusto sei personaggi, a reclamare spazio per il dramma che si portano dentro. Alla sorpresa del regista segue il dispetto di vedersi impedito il proprio lavoro, né valgono le sue proteste. I sei sono ben decisi a esibirsi, a mostrarsi, desiderosi di realizzare in scena la mutazione del proprio essere per rivelarsi pienamente. "Siamo costretti in una forma che ci è stata imposta - reclama l'attore -, ma possiamo dimostrare di essere altro, superando la nostra limitatezza attraverso l'espressione artistica, il teatro". La situazione di partenza pirandelliana calza a pennello per la trasfigurazione che si opera in scena di questi personaggi che da larva si fanno farfalla. Controllo del proprio corpo nello spazio, superata la naturale goffaggine, anzi posta al servizio di un'espressione intensa nella danza, nel gesto misurato, nulla è lasciato al caso per raggiungere una rappresentazione anche ironica di sé che porta alla commozione. Le luci e i suoni sono ben appropriati. Le "differenze" iniziali dei sei, fissate nelle foto di gruppo a documentare il loro primo apparire, lievitano in un succedersi di interpretazioni convincenti. Il regista riesce alla fine a liberarsi di loro usando l'inganno e la violenza per riappropriarsi dello spazio scenico. Resta allo spettatore l'incanto di un'esperienza poetica. Dentro la conchiglia, dice l'attrice nel congedo, si può sentire la voce del mare. Applausi meritatissimi e tante chiamate alla ribalta.

Gian Carlo Andreoli

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