Lunedì 22 Marzo 2004 - Libertà
Rigoletto, fischi e applausi da stadio
Municipale - Nella replica di ieri il vero protagonista è stato il pubblico che ha tifato e contestato. Gli ospiti Placido e la Sansa: "Vuol dire che l'opera è viva"
Dai posti di destra, una voce si leva: "Cosa applaudite a fare, imbecilli?". A sinistra risponde uno squillo: "Imbecille sarai tu". Segue un piccolo parapiglia ("Giusto!", "Basta!") mentre la musica va avanti imperterrita.
E' successo ieri pomeriggio, durante la seconda rappresentazione di quel Rigoletto "secondo Marco Bellocchio" prodotto dalla Fondazione Toscanini che è riuscito a riportare nel compassatissimo Muncipale scene che non si vedevano da decenni. Una pioggia di fischi misti ad acclamazioni, con l'impressione che gli uni e le altre fossero ugualmente esagerati rispetto ai meriti e ai demeriti dello spettacolo.
Il bello è che i testimoni di entrambe le rappresentazioni erano concordi nel commentare che il pubblico di ieri era assai più posato di quello della "prima" di venerdì: nel terzo atto, in effetti i "buu!" sono spariti per riapparire, nel finale, solo all'indirizzo del Duca di Mantova interpretato dal "tenorino" David Miller, pietra dello scandalo numero uno secondo i contestatori. Ora, la voce di Miller - piccola, nasale, povera di colore e dal vibrato molto aperto - difficilmente potrebbe essere definita "bella" e, fino a non molti anni fa, non avrebbe forse consentito al Nostro di andare oltre una dignitosa carriera di comprimario. Ma va detto anche che (tolto uno smarrimento nel duetto dell'atto primo), Miller non ha sbagliato quasi nulla, "portando a casa" senza errori Parmi veder le lagrime e la cabaletta Possente amor. Il protagonista Alberto Gazale, uno dei baritoni lirici più apprezzati della sua generazione, è vocalmente senz'altro all'altezza della partitura e recita benissimo, ma del ruolo di Rigoletto offre una lettura un po' povera di sfumature. Accettabile la Gilda di Gladys Rossi, decorosa la prova del resto del cast. Pur nella bolgia delle opposte tifoserie, l'Orchestra Toscanini diretta da Günter Neuhold, e soprattutto il Coro del Municipale diretto da Corrado Casati, non hanno avuto che applausi. Contestata da alcuni alla "prima", la regia in abiti novecenteschi di Bellocchio - più onirica che "realistica" - ieri è parsa apprezzata. Bellocchio non è uscito alla ribalta a fine spettacolo, incassando in compenso i complimenti di molti spettatori. Con lui, nel palco reale, sedeva la sua ultima musa: l'attrice Maya Sansa, diretta dal cineasta piacentino in La balia e Buongiorno, notte.
"Non apprezzo questo clima da stadio" ha detto Maya. Un altro ospite illustre del palco reale, l'attore Michele Placido (tra poco sugli schermi accanto a Fanny Ardant in L'odore del sangue) commenta invece: "Simili manifestazioni testimoniano che l'opera è ancora viva. Detto questo, a parte forse la voce del tenore, a me pare uno spettacolo degnissimo con una signora regia, che può dispiacere solo al pubblico più tradizionalista. Fischiano questo Rigoletto? Dovrebbero vedere che spettacoli si vedono a Roma o in altre grandi città".
Alfredo Tenni