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Martedì 6 Maggio 2014 - Libertà

Quel buffo "Schicchi" che piace tanto

Ai Teatini il maestro Beretta con un giovane e agguerrito cast per "In..canto d'opera"

di GIAN CARLO ANDREOLI
«Ditemi voi, signori.. se stasera vi siete divertiti, concedetemi voi l'attenuante». Così il congedo di Gianni Schicchi alla fine della sua impresa a denuncia del gioco buffo del teatro, alla Sala dei Teatini. In.. canto d'opera a cura dell'associazione "Nel Pozzo del Giardino" ha presentato l'atto unico di Giovacchino Forzano, musica di Giacomo Puccini, in scena al Municipale venerdì alle 20.30 e domenica alle 15.30, preceduto dalla prova aperta per studenti domani alle 15.30. Gianni Schicchi sarà accoppiato con Schicchi e Puccini, un prologo a Schicchi, libretto di Flavio Ambrosini, musica di Sergio Monterisi, in prima assoluta, come esito al Concorso Opera Nuova 2013 indetto dalla Fondazione dei Teatri in collaborazione con il Conservatorio.
Puccini raccolse i tre atti unici nel Trittico: Il Tabarro, dramma cupo della gelosia, Suor Angelica, soggetto di ascesi spirituale, e Gianni Schicchi, posto alla fine come congedo buffo, secondo il costume teatrale popolare. Il Trittico debuttò con successo al Metropolitan nel dicembre 1918. Puccini puntava come cavallo vincente sul Tabarro, il favore del pubblico andò a Schicchi che entrò nel repertorio, abbinato per necessità di spettacolo ad altre opere brevi, le più disparate.
Il progetto di Ambrosini-Monterisi cerca idoneo prologo per ben introdurre la vicenda. «Metti in azione quanti personaggi vuoi», scriveva Puccini a D'Annunzio per convincerlo a scrivere il libretto. Lo fece Forzano appunto con molti in scena, così da offrire all'Opera Laboratorio del Conservatorio di impegnare diversi giovani debuttanti.
Si è a Firenze nel 1298, il benestante Buoso Donati pensa di lasciare tutti i suoi beni ai frati, malcontento del parentado avido, in attesa del suo trapasso. Il nipote Rinuccio ama Lauretta, figlia del bel tipo di burlone Schicchi, abile a contraffare le voci. Appena morto Buoso, i parenti cercano il testamento e, trovatolo, hanno conferma d'essere estromessi dalla successione, tutta a favore dei frati. Generale disperazione, ancor più di Rinuccio che vede sfumato il suo sogno d'amore con Lauretta. Si chiami Schicchi, conoscitore d'ogni malizia di codici e leggi. Ben valutata la situazione, nessuno sa della morte di Buoso, Schicchi si sostituisce al morto per dettare un nuovo testamento al notaro prontamente convocato. Correndo il grave rischio, se scoperto, del taglio della mano e dell'esilio, Schicchi approfitta per testare a suo favore dei beni più ambiti, la mula, la casa, i mulini, lasciando agli altri gli spiccioli e cacciandoli via tutti, nuovo padrone. Per questo broglio, Dante lo porrà all'Inferno (cantoXXX) tra coloro che vanno azzannando i compagni di pena «che mordendo correvan di quel modo/ che il porco quando del porcil si schiude».
Il maestro Marco Beretta con Carlo Torriani (Schicchi), Francesca Tassinari (Lauretta), Cosimo Vassallo (Rinuccio), Jeong HoKim (notaro) e con Christa Ernandez (Zita), ha offerto al folto pubblico intervenuto, i momenti più belli e decisivi della buffa vicenda dal colorismo musicale tardo romantico.

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