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Giovedì 15 Maggio 2014 - Libertà

Un documentario racconta la storia della "Chiesa degli Appestati"

Oggi alle 17,30, all'Auditorium della Fondazione, sarà presentato il filmato su dvd realizzato dal "Cineclub Cattivelli" dal titolo "Il Santuario di Camposanto Vecchio"

di LUCIO BERTOLI
La Chiesa di Camposanto Vecchio, più nota come "Chiesa degli Appestati": quella chiesetta ai margini di Borgotrebbia, per tanti anni abbandonata, sede di nefandezze, di eventi delittuosi e di riti satanici, che oggi è rinata e sede di fervido culto. E' stata infatti restaurata, decorata, riaperta al culto e meta di fedeli di ogni parte della città. E' anche un doloroso frammento della storia triste di Piacenza, quando alcuni secoli fa un terribile flagello sconvolse la comunità piacentina: la peste di manzoniana memoria che uccise migliaia di persone.
La chiesa sostituì quella cadente del 1640 dove si trovava il lazzaretto e venne fatta costruire da una delle più antiche confraternite religiose piacentine, quella dedicata alla Beata Vergine del Suffragio. Suggestiva, ai tempi, la processione che ogni anno, preannunciata da corni da caccia, muoveva dalla chiesetta di San Giorgino in via Sopramuro sino a questa Chiesa di Camposanto Vecchio, dove a ricordo venivano conservate le ossa di tante vittime del terribile male.
La cripta del tempio, come il più celebre sepolcreto cappuccino in via Veneto a Roma, venne tappezzata da femori, tibie, teschi e quante altre ossa comprende lo scheletro umano, combinate in speciali decorazioni a ricordo del flagello della peste e delle tante vittime, a suffragio delle quali vengono dedicate oggi speciali funzioni religiose.
Per problemi di statica dell'edificio, la Chiesa venne chiusa al culto nel 1967. Da allora il tempio fu oggetto di innumerevoli atti vandalici; la cripta sede di "messe nere", di rituali satanici, di bivacchi di disperati, di scorribande di gruppi di ragazzini, di fatti anche criminali, come la violenza su una quattordicenne che raccontò di essere stata stuprata da varie persone nel corso di messe nere proprio sull'altare della Chiesa degli Appestati. Dall'ossario interno vennero trafugati decine di teschi, consumati riti satanici con immolazione di animali, imbrattate le pareti della chiesa e della cripta con simboli degli adoratori del demonio, come l'occhio del diavolo circondato da raggi ed altri segni propri del culto del maligno.
Sulla Chiesa di Camposanto Vecchio - ovvero "Chiesa degli Appestati" - il Cineclub Cattivelli ha realizzato un documentario che ripercorre le varie vicende del tempio, a partire dall'immane tragedia della peste che seminò circa 20.000 morti, la sua ricostruzione, i riti dedicati ai defunti, lo stato di abbandono nel quale venne lasciata la Chiesa, gli atti vandalici, le cerimonie sataniche sino ad arrivare al restauro ed alla riconsacrazione.
Il documentario riporta preziose foto e stampe del tempo, immagini inedite (ante restauro) tratte dalla "Videoteca Piacenza Ieri" e si avvale della collaborazione del prof. Fiorentini che illustra i vari periodi di peste che si sono susseguiti nei secoli interessando l'Italia del Nord ed in particolare Piacenza. Carlo Emanuele Manfredi, Priore della Confraternita Beata Vergine del Suffragio, narra dettagliatamente la storia dell'edificio religioso, mentre l'arch. Paolo Dallanoce illustra le caratteristiche dell'edificio che presenta interessanti aspetti architettonici. Don Giuseppe Cesena, parroco di Borgotrebbia, tratta il restauro del tempio, soffermandosi sull'entusiasmo, sulla passione e devozione che, con suoi parrocchiani ed un gruppo di Templari, hanno portato al recupero di un monumento che - al di là delle sue caratteristiche architettoniche e religiose - commemora anche per i posteri un doloroso periodo di storia di Piacenza con la morte di oltre 20.000 dei suoi figli.
Il documentario del Cineclub è stato realizzato su DVD dal una troupe formata da Renato Bersani, Adele Marenghi e Luisa Tumolo e verrà presentato oggi pomeriggio, alle 17,30 presso l'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con ingresso libero. Intervengono don Pietro Cesena, Fausto Fiorentini e Carlo Emanuele Manfredi. Conduce Enzo Latronico.
Il filmato, come è nelle regole del Cineclub, è stato realizzato senza fini di lucro e allo scopo di diffondere e valorizzare il patrimonio storico e monumentale della nostra Città.

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