Giovedì 1 Maggio 2014 - Libertà
Treves: «Il mio blues? Dura da 40 anni»
Il grande armonicista stasera in piazza per il Tributo Anmil alle vittime del lavoro
di PAOLO SCHIAVI
«Sono felicissimo di tornare nella vostra Piazza Cavalli in una giornata significativa come il Primo Maggio e per un evento che vuole ricordare le vittime del lavoro, dopo averci suonato una vita fa... credo fossero i primi anni '80, contro la base militare di San Damiano». Fabio Treves, il "Puma di Lambrate", padre del blues italiano, è carico, come sempre. Lui e la sua band sono protagonisti, stasera alle 21.15 in Piazza Cavalli, della XIII edizione del Tributo Anmil alle vittime del lavoro, concerto in onore della festa dei lavoratori organizzato da Anmil con il patrocinio del Comune e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, sindacati, Confindustria, Confcooperative e Cementirossi.
Se la musica inizierà alle 18 con i concerti de i Viaggiattori, Special Guest, Black Bitter e Linda Sutti, la Treves Blues Band è ovviamente il fiore all'occhiello della serata, configurata come evento di anteprima della prossima, decima edizione del festival blues Dal Mississippi al Po di Cooperativa Fedro, previsto dal 26 al 29 giugno a Travo.
«La novità importante di questi ultimi mesi? Aver varcato il traguardo dei 40 anni di blues - ci racconta Treves - e devo dire che il passaggio sta andando benissimo. I concerti sono sempre sold out e abbiamo avuto modo di visitare sempre spazi molto belli, tra cui il Teatro Sociale di Como di cui abbiamo festeggiato i primi 200 anni di storia. Questo significa che ho fatto bene a tenere duro. È una risposta a quelli che nel blues non ci avevano creduto: ho iniziato quando andavano di moda il prog, la canzone d'autore politica e il jazz di rottura. Dovrò sempre ringraziare la mia cocciutaggine, la mia passione, quella dei miei musicisti e quella di un pubblico sempre caldo e fedelissimo».
Fabio, c'è stata anche qualche novità discografica?
«No, nessuna nuova registrazione. Nel tour rispolveriamo il nostro classico repertorio che abbraccia tutti i vari generi e stili di blues. Da quello di New Orleans al traditional, passando per quello delle origini, suonato con strumenti artigianali e di uso domestico, alternando brani elettrici ed acustici. In scaletta, tanti pezzi originali, i grandi classici del blues immancabili da sempre e per sempre, da Robert Johnson a Muddy Waters, passando per una serie di arrangiamenti inediti. Il blues va amato e rispettato ma anche rielaborato. Il concerto sarà un bel momento di divertimento per tutti coloro che vogliono riscoprire la storia di un genere che è la culla e la madre di tutta la musica contemporanea. Un linguaggio universale che non conosce latitudini né colori, che unisce ed esprime nient'altro che fratellanza».
Sul palco con te chi ci sarà?
«La formazione più recente del gruppo, con due grandi ospiti e amici come Guitar Ray alla chitarra e voce e Gab D al basso, dalle fila della sua band ligure, i The Gamblers. E poi, ovviamente, gli storici pilastri della Treves Blues Band, Alessandro Gariazzo a voce, chitarra, mandolino e lap steel e Massimo Serra a batteria e percussioni. Il divertimento è da sempre e resta tutt'oggi la vera molla del progetto, sempre in missione per diffondere il verbo blues e grazie al cielo ancora capace di unire diverse generazioni di appassionati ma anche tanti giovani. Ed è proprio questa la cosa più bella perché vuol dire che ci sarà un futuro per il blues. Il successo per me è questo, fare da 40 anni la musica che mi piace senza tanti fronzoli e sapere di aver contribuito a garantire un futuro al genere. Non misuro il mio successo dai dischi venduti. Tengo semplicemente a mente la musica come filosofia di vita, mi accorgo di quanta gente mi voglia bene e mi godo l'affetto di cui mi sento circondato, senza bisogno di puntare alle classifiche né tanto meno alla Tv».