Giovedì 8 Maggio 2014 - Libertà
«Nel ‘900 ci fu un ritorno alla figurazione artistica»
piacenza - Sempre originali ed esaustivi i cicli di conferenze tenuti dalla studiosa Elena Sichel. Anche Arte italiana tra le due guerre - ultima iniziativa sempre all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano - non deluderà certo. Già il primo appuntamento - Ritorno alla figurazione: Valori plastici e Novecento tenuto da Sichel davanti ad un pubblico abbastanza numeroso - ha confermato le aspettative. Perché questa tematica? «Prima mi sono interessata del panorama internazionale ma avevo anche delineato un percorso a partire dal Risorgimento. Mi sembrava giusto - ci ha detto Sichel - riprendere il contesto italiano. D'altronde nelle nostre case ancora ci sono libri e mobili di quel controverso periodo fino ad ieri in parte cancellato per corresponsabilità col Fascismo. Ma quest'implosione c'è stata pure in altre nazioni».
Sichel ha fornito coordinate storiche e culturali assai vaste perché per comprendere quelle problematiche entrano in gioco vari fattori. Emblematico l'inizio, opera di Boccioni del 1915 in stile futurista che avrebbe dovuto inaugurare una nuova epopea. Ma lo stesso Boccioni l'anno dopo adotta uno stile cezanniano, un caratteristico ripensamento che già preludeva a molti altri dubbi. Severini poi si muove sulla scia di Boccioni e il ritratto della madre con figlio significa un ritorno alla figurazione ma non al naturalismo. Citare Picasso è obbligatorio sia per la sua eccentrica personalità sia perché nel 1917 è in Italia ed accentua la figurazione anche se in modo forse monumentale. Ferrara negli stessi anni è un centro propulsore non fosse che per la presenza di De Chirico e del fratello Savinio che elaborano la celeberrima Metafisica cioé tutto ciò che andava oltre il naturalistico.
Da non dimenticare Morandi e di De Pisis che contribuirono a rilanciare un settore altrimenti troppo ancorato alla pittura "italica" con riferimenti addirittura all'universo etrusco. Valori plastici poi si orientò decisamente al recupero del ‘300-'400 italiano fra nostalgie patriottiche ed allineamenti politici. Mentre Novecento accentuò ancora di più questa tendenza anche perché fu animato da personalità di caratura internazionale come - fra gli altri - Margherita Sarfatti, Massimo Bontempelli e Ugo Ojetti. Non è stato dunque un periodo cupo, di chiusura o di autarchia: Sichel ha dimostrato - grazie anche alla proiezione di opere assai ricercate molte delle quali conservate alla galleria "Ricci Oddi" - quanto vivace e fervida fosse l'immaginazione di quegli artisti. I quali, pur non avendo vissuto in prima persona drammi delle maggiori Avanguardie europee, hanno di riflesso - non potevano fare diversamente - introiettato le inquietudini del tempo.
Simone Bianconi