Venerdì 9 Maggio 2014 - Libertà
«Puccini e l'urgenza di comporre»
Il regista Ambrosini parla della doppia opera che debutta stasera
di GIAN CARLO ANDREOLI
Con curiosità e una certa emozione nei protagonisti e in chi ha creduto nell'operazione, si attende al Teatro Municipale la prima assoluta di Schicchi e Puccini, un prologo a Schicchi e quindi Gianni Schicchi di Giovacchino Forzano, musica di Giacomo Puccini, a chiusura della stagione lirica, stasera alle 20.30 (turno A di abbonamento e domenica in matinée alle 15.30 (turno B).
La Fondazione dei Teatri-Teatro Municipale, in collaborazione con il Conservatorio "Nicolini", è attenta a realizzare progetti particolarmente rivolti ai giovani artisti. La messa in scena di Gianni Schicchi, atto unico, si presta per i numerosi personaggi impegnati in un'atmosfera di commedia brillante. Flavio Ambrosini, che già nel '92 aveva curato la messa in scena dell'opera, abbinata a Il Signor Bruschino, riflettendo sulla necessità di dare una coerente introduzione, un prologo a Schicchi, ha dato spunto alla direzione artistica del Teatro di bandire il Concorso Opera Nuova 2013, in collaborazione con il Conservatorio "Nicolini". Ben otto compositori si sono impegnati a creare la musica su libretto dello stesso Ambrosini. Vincitore del Concorso è risultato il maestro Sergio Monterisi. «Si pensò di commissionare anche il libretto - ricorda Flavio Ambrosini -, e mi venne spontaneo di fissare l'idea di mettere in scena lo stesso Puccini. Dalla prima bozza, quasi di getto, completai il libretto».
Figlio d'arte, Giacomo Puccini rimasto orfano del padre, ebbe primo maestro lo zio Fortunato che lo sostenne per continuare gli studi a Milano. Dopo le prime prove di composizione, arrivò al successo con Manon Lescaut al Regio di Torino (1893). Nel 1891 Puccini si ritirava a Torre del Lago, un borgo di contadini e pescatori, con Elvira, già moglie di un facoltoso personaggio di Lucca. Ambrosini ha immaginato il compositore alle prese con Gianni Schicchi, personaggio incontrato all'Inferno da Dante nella Commedia (canto XXX) tra i "falsificatori di persona". Schicchi avrebbe avuto successo oggi come imitatore, per come sapeva fare le voci altrui e tanto bene imitò quella del defunto Buoso Donati, da ingannare il notaio chiamato a raccogliere le ultime volontà e i parenti tutti. «Leggendo di Puccini, molto è stato scritto sulla sua vita sentimentale piuttosto movimentata - ricorda Ambrosini -, ho posto il compositore nella sua casa con Elvira, combattuto fra amore e gelosie di lei e urgenza di comporre. Puccini compone e subito vuole provare con i suoi contadini quanto scritto».
«Non sopporto il patriota, soprattutto se stonato», dice Puccini, e per angelica intercessione, l'autore del libretto, dopo aver evocato Dante, fa che sia rimediata per tutti gli improvvisati interpreti voce e intonazione, così da procedere a mettere in scena convenientemente l'opera Gianni Schicchi. Sono impegnati nel prologo Gezim Myshketa come (Puccini), Maria Rosaria Lopalco (Elvira), Davide Giangregorio (Dante), Gabriele Mangione (Enore) Federica Pecorari (moglie di Enore), Federico Benetti (mezzadro). In Gianni Schicchi sono confermati il baritono Myshketa (Schicchi), il soprano Lopalco (Lauretta), il tenore Mangione (Rinuccio), Federica Pecorari (Nella), Federico Benetti (Simone), Davide Giangregorio (Betto), e come parenti di Buoso Donati, Francesca Ascioti (Zita), Sung Min Mun (Gherardo), Gioele Assenza e Matteo Santacroce (Gherardino); altri personaggi di contorno sono: Jin Heon Song (Marco), Josette Carenza (Ciesca), Minho Lee (maetstro Spinelloccio), Simone Scatarzi Alberti (ser Amantio di Nicolao), Jihoon Kim e Junghoon Chae (Pinellino) e ChanYang Kim (Guccio). Molti degli interpreti fanno parte della Scuola di canto del Conservatorio Nicolini. L'Orchestra del Conservatorio "Zanella" è diretta dal maestro Fabrizio Dorsi, scene e costumi di Carlo Centolavagna. Luci di Michele Cremona.