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Domenica 11 Maggio 2014 - Libertà

Puccini tra caccia e musica: infine l'Arte vince sull'Amore

Un folto pubblico ha decretato con tanti applausi il successo di "Puccini e Schicchi" di Ambrosini. Oggi replica alle 15.30

di GIAN CARLO ANDREOLI
L'attesa è finita. Al Teatro Municipale il folto pubblico intervenuto ha decretato con tanti applausi il successo di Puccini e Schicchi di Flavio Ambrosini, musica di SergioMonterisi. Oggi si replica (ore 15.30).
La vita sentimentale di Giacomo Puccini ha offerto materia per biografie più o meno romanzate, per film, commedie e sceneggiati televisivi. Ne ha tratto spunto Ambrosini realizzando il libretto a far da Prologo al terzo atto della Trilogia, Gianni Schichi di Forzano, con musica di Puccini. Finalmente liberato Schicchi da abbinamenti casuali per completare, Puccini e Schicchi è naturale e ben accolto Prologo alla seguente messa in scena del lavoro pucciniano.
In breve: Puccini è visto nel suo buon ritiro di Torre del Lago a progettare il Trittico. Schicchi è la parodia "dei vizi che son miei" gli fa dire Ambrosini. Puccini si divide fra caccia e musica e pronto si pone al piano per cantare il bel cielo di Toscana. A complicargli la vita si mette l'Elvira, moglie gelosissima a insultarlo: "traditore infame ladro" e straccia le carte, avverando la profezia del menagramo in toga rossa. "Ti verrà data una donna feroce e furibonda".
Amore e Arte mal si conciliano, sentimenti d'una gelosia esclusiva entrambi. Vince Arte, giacché Puccini sa trovare le parole giuste a calmare la donna e impegnare i suoi amici contadini a cantare, dopo che la magia d'una pioggerella di polvere d'oro e voci angeliche trasformano i rustici in abili cantanti, pronti a dar vita all'opera Gianni Schicchi.
Ambrosini ha predisposto una scrittura che è già di regia teatrale del Prologo. La direzione artistica di Fondazione Teatri, in collaborazione con il Conservatorio, ha ideato il Concorso Opera Nuova. Sergio Monterisi ha vinto per merito, sapientemente assecondando. Il libretto fissa una serie di passaggi obbligati, Puccini protagonista non può essere smentito. Monterisi si è ben destreggiato, senza forzature, passando dai toni drammatici alle arie, alla canzone, alle frasi citate, ripropenendo il motivo nel bel congedo: "La notte ora s'appresta a portar doni". Il pubblico ha apprezzato e premiato.
Di Gianni Schicchi è stato detto tutto. A dispetto di Puccini che puntava su Il Tabarrocome atto vincente, Schicchi ha conquistato il pubblico già al debutto al Metropolitan (1918) per la bella presentazione di Forzano, spavalda, furba, e che Puccini ha esaltato. Puccini affronta il genere buffo senza cadere nel convenzionale, con soluzioni divertenti a esprimere i salti d'umore e la concitazione dei parenti impazienti attorno al defunto Buoso Donati, che non danno tregua all'orchestra, concedendo momenti di canto ispirato alla tradizione popolare. E non perdono occasione gli autori a sottolineare il contrasto tra la borghesia fiorentina e la gente del contado: "Un Donati sposare la figlia d'un villano".
Il maestro direttore Fabrizio Dorsi ha portato l'Orchestra del Conservatorio "A. Zanella" a un bell'equilibrio con il palcoscenico, affidato a giovani intepreti impegnatissimi a fare squadra. L'intento del progetto è quello, infatti, di promuovere occasioni, di fare didattica e utilizzare e valorizzare risorse proprie giovani. La scena di Carlo Centolavigna, con le luci di Michele Cremona, offre lo spazio sobrio e giusto entro cui si muovono a loro agio i tanti personaggi della commedia. Guidati dal regista Ambrosini, il baritono Gezim Myshketa padroneggia come Puccini e poi Schicchi, il soprano Maria Rosaria Lopalco passa con disinvoltura dall'aspra Elvira alla dolce Lauretta amorosa, il tenore Gabriele Mangione si muove come un folletto complice Enore e poi Rinuccio, Davide Giangregorio fa il paludato Dante, e ancora Federica Pecorari e Federico Benetti e poi ancora tutti in Schicchi con SungMin Mun, Gioele Assenza, JinHeon Song, Josette Carenza, Minho Lee, Simone Scatarsi Alberti, Jihoon Kim/ Junhoon Chae, ChangYang Kim.

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