Sabato 20 Marzo 2004 - Libertà
Municipale, è un Rigoletto senza slancio
STAGIONE LIRICA. Ombre e poche luci per il debutto dell'atteso allestimento firmato dal cineasta piacentino. Bellocchio non fa il miracolo, cast sufficiente, bene Neuhold
Tutto esaurito ieri sera al Teatro Municipale per la "prima" del Rigoletto di Giuseppe Verdi per la regia di Marco Bellocchio nell'ambito della stagione lirica piacentina curata dalla Fondazione Toscanini. Un Rigoletto che vedeva protagonista nella parte del buffone il baritono Alberto Gazale che ha affrontato la parte con grande generosità. Applausi molto misurati comunque fin dalla fine del primo e secondo atto quelli che il pubblico ha regalato alla messa in scena anni Cinquanta di Marco Bellocchio conditi con mugugni e dissensi a macchia di leopardo dei più duri del loggione (e anche per il regista al termine molti applausi ma pure fischi mentre il pubblico lasciava velocemente la sala). Commenti positivi e perplessità anche da parte di critici e "addetti ai lavori" che negli intervalli hanno confessato alcune riserve. Bellocchio, in sostanza, ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte osando nell'impianto registico e scenografico ma rispettando i canoni tradizionali del melodramma. Certo è che la regia di Bellocchio, tutta spunti padani legati alle radici fortemente piacentine del cineasta, soprattutto nell'ultimo atto svolto tra luci ed emobre molto significative, ha marchiato la serata. Bellocchio, al suo debutto nella regia lirica, ha vestito nobili e cortigiani come proprietari terrieri, industriali borghesi e vitelloni felliniani. Il tutto inserito in una scenografia con richiami art decò firmata da Marco Dentici. La resa del cast, in generale, è stata tra luci ed ombre con il baritono Alberto Gazale, che ha mostrato momenti di ottima resa alternandoli ad altri meno incisivi. Applausi per la giovane Gladys Rossi (Gilda) che si è esibita nonostante una dichiarata indisposizione, e invece piuttosto acerbo il Duca di Mantova dello statunitense David Miller. Buona, in generale, la direzione di Gunter Neuhold, la cui collaborazione di lunga data con l'Orchestra Toscanini ha garantito una certa empatia e coesione nel taglio interpretativo, mantenutosi piuttosto fedele alla partitura originale del "Cigno di Busseto". Così come bene ha funzionato il Coro del Municipale diretto da Casati. Nel complesso una prova senza infamia e senza lode per un allestimento che ha suscitato molta curiosità non solo nella nostra città ma anche a livello nazionale, data la caratura di Marco Bellocchio. Come detto Municipale esaurito. Sobria eleganza nel foyer. Presente al gran completo la Piacenza che conta e alcuni ospiti di riguardo tra cui il neodirettore della Mostra del cinema di Venezia Marco Müller.
Eleonora Bagarotti