Venerdì 25 Aprile 2014 - Libertà
Fondazione, svalutati 28 milioni di euro
Ancora i "guai" di Monte Parma. Scaravaggi: «Ma ci siamo impoveriti meno di altri»
Altro pesante contraccolpo per la Fondazione di Piacenza e Vigevano dallo sfortunato investimento in Banca Monte Parma che risale alla precedente gestione, un maxi-investimento pari inizialmente a 72 milioni di euro. Già l'ex presidente Giacomo Marazzi nel 2011 dovette svalutare di 24,5 milioni di euro, oggi il nuovo presidente Francesco Scaravaggi ha chiuso il bilancio consuntivo 2013 confermando un'ulteriore svalutazione di 28 milioni di euro su quelle azioni.
Ieri il consiglio generale dell'istituzione di via Sant'Eufemia si è riunito proprio per esaminare i conti consuntivi, li ha approvati ma non sono mancati i voti contrari. Non è stata una passeggiata. L'operazione di risanamento però va avanti.
Come chiude, presidente Scaravaggi, la gestione 2013, specialmente a fronte del "caso" Monte Parma, istituto che ora è nell'occhio del ciclone perché ha previsto anche tagli al personale (la Fondazione detiene il 10 per cento delle azioni).
«Abbiamo approvato il bilancio e abbiamo messo in contabilità la svalutazione delle azioni Monte Parma per un valore pari a 28 milioni. E' prudenziale. Porteremo a casa qualcosa di più, pensiamo».
Il consiglio come ha accolto la svalutazione? Si era anche parlato dell'orientamento a vendere le rimanenti azioni.
«Il bilancio è stato molto discusso, devo dire che c'è chi ha votato contro e c'è chi ha espresso riserve. Il consigliere Sergio Giglio ha sostenuto che si dovesse combattere di più, valutando anche la possibilità, attraverso dei pareri legali, di andare in tribunale con Monte Parma. La proposta di valutare la cosa è stata accolta. Ma io credo poco alle cause legali, non è che si vince avendo ragione, mi passi la battuta. Si è fatta una trattativa con Banca Intesa che va completata. Si sta andando avanti da troppi anni, non è nel nostro interesse andare avanti ancora, non possiamo trasformarci in un'aula di tribunale, bisogna uscirne cercando di perdere il meno possibile».
L'esercizio in via generale come chiude?
«Abbiamo un avanzo di esercizio di 8 milioni e 738 mila euro, l'anno precedente, il 2012, erano stati 8 milioni e 126 mila, quindi ci sono 600 mila euro in più».
A che quota sono il patrimonio e le erogazioni?
«Lo scorso anno abbiamo erogato 5,5 milioni di euro. In quanto al patrimonio siamo a 346milioni e 668mila euro, inclusi gli immobili».
C'è un impoverimento sostanzioso rispetto al consuntivo 2012 pari a 372 milioni.
«Come ho detto anche al consiglio generale, recentemente da un report de "Il Sole 24 Ore" su dati di Mediobanca emerge che negli ultimi anni, dopo la crisi finanziaria, le 88 Fondazioni in Italia hanno visto impoverirsi i propri patrimoni di più del 16 per cento in media, essendo così costrette a sforbiciare le erogazioni del 30 per cento. Nel nostro caso non abbiamo eroso così tanto il patrimonio, tra il 2012 e il 2013 è sceso del 6 per cento. E la nostra Fondazione negli ultimi due anni ha mantenuto le stesse erogazioni».
Patrizia Soffientini
patrizia.soffientini@liberta.it