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Martedì 29 Aprile 2014 - Libertà

Patrimonio svalutato, tiro incrociato sulla Fondazione

Caso Monte Parma nel mirino: richiesta audizione dei vertici. Critico anche Spezia (Camera commercio)

(guro/nov) Tiro incrociato sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ieri in consiglio comunale ha tenuto banco la notizia (v. Libertà di venerdì scorso) della svalutazione, pari a 24 milioni di euro, del bilancio dell'ente di via Sant'Eufemia causa rovesci finanziari legati all'investimento in Banca Monte Parma risalente alla passata gestione guidata dal presidente Giacomo Marazzi.
E' stato Tommaso Foti (Fdi) il primo a puntare il dito contro quell'operazione ricordando che «le fondazioni sono nate per essere separate dalle banche», mentre «a Piacenza si sono acquistate azioni di una banca per un esborso di 75-80 milioni di euro a fronte di un valore attuale di 22-24 milioni». E ha rinfacciato all'odierno presidente, Francesco Scaravaggi, di essersi difeso osservando come la nostra Fondazione abbia comunque perso meno di altre: «Giustificazione inaccettabile», l'ha definita Foti esortando il sindaco Paolo Dosi ad alzare la voce verso la Fondazione perché «la politica non può stare in silenzio rispetto a certe gestioni: quanti soldi sono stati bruciati? Sessanta milioni solo nell'operazione Monte Parma, potevano essere utilizzati in campo sociale e culturale».
«Il patrimonio della Fondazione non può essere gestito solo secondo canoni di natura privatistica», ha fatto eco Samuele Raggi (Idv) accomunando nella critica i vertici passati e attuali di via Sant'Eufemia e auspicando un «codice etico che imponga», tra le altre cose, «criteri prudenziali e valori di bilancio reali».
Ecco allora che Marco Colosimo (Piacenza viva) ha annunciato, sull'investimento in Monte Parma, la formalizzazione di una richiesta di dibattito consiliare alla presenza dei deu rappresentanti del Comune nel consiglio generale della Fondazione. Si sono associati Mirta Quagliaroli (M5s) e Massimo Polledri (Lega), e anche Daniel Negri (Pd) che, nel ricordare le precedenti audizioni in Comune dei vertici di via Sant'Eufemia, ha ammonito circa la possibilità che le sofferenze patrimoniali della Fondazione facciano venir meno risorse decisive per il buon esito di progetti per lo sviluppo del territorio a cui Palazzo Mercanti sta lavorando con il contributo della Camera di Commercio.
E a proposito di Cciaa, toni duri verso via Sant'Eufemia ieri si sono levati pure dall'ente di galleria della Borsa dove si è riunito il consiglio interno (v. articolo a pagina 12): «La gestione della Fondazione dovrebbe essere più attenta e oculata perché là vi è un baratro», ha incalzato Mario Spezia (Servizi alle imprese) chiedendo di fare il punto sul valore esatto del patrimonio: «Va fatto subito se non vogliamo ritrovarci nei prossimi mesi o anni di fronte ad altri problemi - ha detto -, la Camera di Commercio deve sapere subito quali saranno gli effettivi investimenti della Fondazione sulla partita di Expo 2015».
Spezia ha definito personalistica la gestione di via Sant'Eufemia: «Una gestione attenta ed oculata come quella della Camera di Commercio si scontra con quella della Fondazione che gestisce risorse pubbliche in maniera non altrettanto oculata e con spazi di grande gestione personalistica». «La Fondazione non è un ente secondario - ha aggiunto -, ma il più importante del territorio perché amministra il patrimonio di tutti noi è quello dei nostri figli. Proprio per questo dovrebbe condurre una gestione ancora più attenta e oculata in ogni suo aspetto, comprese anche le assunzioni e i licenziamenti, che invece vengono gestiti in modo molto privatistico e non pubblico».

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