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Martedì 29 Aprile 2014 - Libertà

La riscoperta di Schubert elegante e malinconico

"Allegro con brio": ai Teatini i pianisti Alpi e D'Aniello

piacenza - Elegante e tormentato. Eppure di straordinario successo. Non poteva essere che così il concerto che l'altro pomeriggio ha visto esibirsi il noto e bravissimo duo Alpi-D'Aniello, che ha inteso rendere un omaggio a Schubert quantomeno originale. L'evento, svoltosi nella Sala dei Teatini, ha rappresentato il penultimo appuntamento della rassegna Allegro con brio curata dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con il Conservatorio "Nicolini": Eleganza e tormento era il suggestivo e decisamente azzeccato titolo scelto dai pianisti Marco Alpi e Raffaele D'Aniello per questo loro omaggio personalissimo a un grande compositore come Schubert. Il motivo della scelta del titolo è stato chiaro fin dalle prime note del concerto, che si è aperto con una deliziosa Sonatina in Do maggiore per pianoforte a quattro mani D 968 della quale i due musicisti hanno scelto di eseguire l'Andante: di Schubert è nota buona parte della produzione che ne fa conoscere l'aspetto brillante e allegro, ma altrettanto affascinante e sicuramente meno conosciuto risulta quel repertorio più tormentato e tutto giocato sulle tonalità minori che Alpi e D'Aniello hanno inteso mettere sotto i riflettori.
Ecco allora che, si diceva, il recital pianistico si è aperto con un'esecuzione a quattro mani di un tempo della Sonatina capace di evocare, nella sua assoluta semplicità, una estenuazione, una solitudine indistinta e poco nitida; la successiva Sonata per pianoforte in La minore D. 784 si è legata idealmente al primo brano in una sorta di possibile consequenzialità tonale ricercata proprio da due pianisti. Ecco allora che, nei diversi movimenti, il duo ha saputo ben rendere la malinconia, l'ambiguità e lo sgomento che permeano l'intera composizione, che rappresenta comunque uno dei momenti più alti della produzione di Schubert.
Anche il resto del programma comunque è parso decisamente degno di nota e frutto di una scelta felice: il duo ha infatti deciso di eseguire anche tre dei quattro Improvvisi D. 935: il primo, in forma di sonata, è stato eseguito con tutta la dolcezza e l'eleganza necessari a renderlo nel migliore dei modi, così come il secondo Allegretto, connotato da una vena intimistica e fortemente meditativa. Di diverso tenore risulta invece il quarto, un Allegro scherzando in forma di rondò nel quale ben sono stati evidenziati sia il tratto virtuosistico che la lieve pennellata malinconica che ben ha saputo fare da contraltare al tratto mordente del brano. Infine, a chiudere il pomeriggio, è stata la raccolta delle Variazioni D. 813, che Alpi e D'Aniello non hanno esitato a definire «una delle più belle grazie a un tema grandioso e languido e a una scrittura rigorosa e contemporaneamente libera»: scritte presumibilmente per la contessa Carolina Esterhazy, queste composizioni sono rivissute grazie al talento di due musicisti non solo straordinariamente bravi, ma anche di grande acume e sensibilità nel definire il programma di un concerto autenticamente unico.

Betty Paraboschi

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