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Giovedì 10 Aprile 2014 - Libertà

Il digiuno che avvicina al Cielo

Ospite in Cappella Ducale il sacerdote di Novara don Sergio Chiesa: senza stimoli materiali più prossimi all'interiorità e alla spiritualità

«C'è molta ignoranza nei confronti del digiuno, un'ignoranza atavica, antica, perché molti non sanno che il digiuno avvicina a Dio e purifica lo spirito». Così si è espresso l'altra sera alla cappella Ducale di Palazzo Farnese nell'ambito di Omeofest, don Sergio Chiesa, sacerdote dalla vita non facile, che ha avuto momenti di difficoltà sul fronte della propria salute, ma che con coerenza ha scelto strade alternative alla medicina che lo hanno portato alla guarigione. Dopo essere stato parroco di una parrocchia popolare a Novara, ha chiesto di potersi occupare prevalentemente di malati e scuole per genitori. Risiede oggi a Castellazzo Novarese, dove è parroco. Riceve malati, continua a fare un centinaio di conferenze all'anno, scrive, cura il sito sul metodo Kousmine. Insomma, un personaggio, un uomo dalle mille risorse.
«Il digiuno - ha detto - è utile serve non sono al corpo ma anche alla nostra anima. Lo troviamo come pratica in tutte le religioni antiche, senza eccezioni. L'uomo che digiuna oltre ad una sensazione di purificazione acquisisce anche grande lucidità mentale. Molto probabilmente da pratica obbligata è divenuta pratica spirituale perché la mancanza di stimoli materiali consente più facilmente un accesso all'interiorità, al mondo spirituale». Quasi a dire che c'è, grazie al digiuno, la consapevolezza di offrire qualcosa a Dio: l'astensione come sacrificio. Infatti il digiuno distacca l'uomo dalle cose, dalla nube della materia. «C'è affinità - ha spiegato - durante le pratiche di digiuno, con l'induismo che sostiene l'illusorietà del mondo materiale». Don Sergio Chiesa ha parlato del digiuno inteso come silenzio delle cose e della mente per accedere ad altri spazi. «In questo senso - ha aggiunto - il vero digiuno non è quello fisico ma è quello che conduce all'astinenza dalle passioni, dagli agi, dalla superficialità e dall'egoismo, in questo senso il digiuno spirituale è molto più importante di quello fisico, e ancora oggi in alcune culture si coglie il valore di questa prassi, come ad esempio nel Ramadan, dove il digiuno fisico apre a un digiuno più profondo, più intenso, più spirituale che è poi la ricerca di Dio».
Ma com'è possibile protrarre il digiuno quando ci sono organi come il cervello, testicoli, reni gli eritrociti che si nutrono solo di glucosio? Don Sergio Chiesa ha concluso spiegando che durante i periodi di digiuno il cervello sopravvive grazie alla gluconeogenesi (formazione di glucosio da proteine), ma c'è un altro modo per nutrire il cervello: i corpi chetonici, che nel digiuno diventano l'alimento più efficace per nutrire l'organismo. Acqua o tisane senza zucchero, riposo ma non inattività, esercizi distensivi, meditazione, training autogeno sono fondamentali durante il digiuno, soprattutto se prevede una durata di più giorni per purificarsi lo spirito.

Ma. Mol.

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