Mercoledì 16 Aprile 2014 - Libertà
Pippo Fava, lo sguardo rivelatore sulla mafia
Definirlo solamente un giornalista antimafia non renderebbe giustizia alla grandezza della sua figura. Giuseppe Fava è stato un intellettuale vero, pioniere del teatro civile, drammaturgo, pittore, sceneggiatore, ma soprattutto un uomo in grado di capire la realtà e precorrerne i tempi. La figura di Pippo Fava è stata ricordata in Fondazione grazie all'evento "Processo alla Nazione" organizzato dall'associazione "100X100 In Movimento".
Fava fu ucciso da Cosa Nostra il 5 gennaio del 1984. «Fava con I Siciliani ha creato il primo giornale veramente libero dell'isola - ha detto il giornalista Massimiliano Perna - ci ha avvisato con largo anticipo sulla vera natura della mafia che non è solamente quella che spara e uccide, ma, come disse a Biagi due settimane prima di morire, quella che siede in Parlamento». Fava è stato in grado di vedere la mafia anche in Emilia Romagna: «Descriveva questa regione - ha ricordato il giornalista Salvo Ognibene - come la più grande lavanderia di denaro sporco d'Italia». Di mafie, in Emilia Romagna, ne esistono addirittura 11 come hanno documentato i giovani Alessandro Gallo e Giulia Di Girolamo nel libro "Non diamoci pace. Diario di un viaggio (il) legale tra le 11 mafie dell'Emilia Romagna". «Abbiamo voluto tradurre in un linguaggio molto semplice che arrivasse alla gente e agli studenti che noi incontriamo, tutte quelle nozioni che si trovano all'interno di inchieste, di articoli, ordinanze di custodia cautelare che sono difficili da decifrare».
Nel libro vengono raccontate anche molte storie positive di resistenza sociale alla mafia: «Ci sono i ragazzi di Cortocircuito, un giornalino studentesco grazie al quale ragazzi dai 18 ai 24 anni indagano il fenomeno della ‘ndrangheta nel territorio di Reggio Emilia, ci sono i ragazzi della Zuccherificio di Ravenna che si occupano di gioco d'azzardo e bische clandestine, ci sono i ragazzi del Gap che si occupano di fare attività antimafia a Rimini».
A moderare l'incontro il giornalista Rai Emilia Romagna, Luca Ponzi: «Il nostro ruolo di giornalisti è quello di tenere sempre alta la tensione e l'attenzione, dobbiamo fare da traino alle istituzioni che spesso negano una presenza evidente - ha detto - l'operazione Grande Drago è l'ultima inchiesta fatta sul nostro territorio, com'è possibile che da allora ad oggi non sia più successo nulla? La mafia succhia e distrugge non costruisce nulla».
Presente anche l'assessore Giulia Piroli: «Il Comune di Piacenza insiste molto perché i cittadini non restino indifferenti ai fenomeni criminosi che ci circondano». Rossella Noviello, referente di "100X100" ha detto: «Vorrei ricordare i tanti cittadini che hanno manifestato a Roma in favore dei magistrati di Palermo impegnati nell'inchiesta sulla trattativa Stato Mafia».
nic