Giovedì 17 Aprile 2014 - Libertà
«Il mio futuro? Prima il lavoro e poi la famiglia»
Istituto Leonardo da Vinci Premiati dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano dieci studenti particolarmente meritevoli delle quinte B e C
Eduard Pavlyuk si alza alle 5.25 per andare a scuola. Le classi multietniche sono un valore aggiunto
Alzarsi alle 5,24 di ogni mattina dell'anno scolastico e per cinque anni pur di arrivare al diploma, il documento che dà l'opportunità di una svolta, qualitativa, al futuro della propria vita. Non è una storia antica, è attualissima. E' quella di Eduard Pavlyuk, ucraino, vive a Marsaglia. E' arrivato quando aveva nove anni e si è inserito bene, «ma il primo impatto è stato un po' difficile per la lingua e per la mancanza di amici». Eduard è uno dei dieci premiati fra gli studenti maturandi dell'istituto Leonardo Da Vinci dalla Fondazione di Piacenza Vigevano, un assegno di duecento euro per meriti negli studi e nell'impegno verso la scuola. Vive con la mamma e la sorella e da cinque anni «tutti i giorni mi alzo alle 5.24 per venire, in corriera, a scuola a Piacenza». Nei pomeriggi "liberi" e durante le vacanze lavora in una azienda (pagato tramite voucher) «come montatore meccanico e disegno tecnico, dove ho fatto uno stage grazie alla scuola e dove, spero, che mi assumano». Il sogno? «Un buon lavoro e farmi una famiglia, qui, non penso di tornare in Ucraina, dove torno per le vacanze a visitare i nonni». Dorme un po' di più Leonardo Picchioni, la sua sveglia suona alle sei perché lui sale sulla corriera a Bobbio per tornarvi il pomeriggio alle due e trenta. «E' il nostro gommista», lo presentano i compagni, «da un anno lavoro saltuariamente da un gommista, intanto faccio pratica». «Questa scuola mi ha aiutato molto, mi ha preparato bene al mondo del lavoro e mi ha dato una cultura generale». Le diverse nazionalità hanno rappresentato una ricchezza «così ho conosciuto ed apprezzato altre culture e usanze, la scuola mista è un valore aggiunto, ti sembra di viaggiare nel mondo». Anche Marco Della Giovanna arriva da lontano, da Terranova dei Passerini in provincia di Lodi. Lui prende il treno a Casalpusterlengo che raggiunge con una bici pieghevole, poi la ripone in una sacca e la distende di nuovo in stazione a Piacenza per arrivare alla scuola di via Negri. Marco ha un sogno: «Vorrei fare il termo-idraulico in Svizzera», è comunque disposto ad andare ovunque «purché ci sia il lavoro per cui mi ha preparato questa scuola». Per affinare la sua preparazione sabato scorso è andato a Novate Milanese «a visitare le officine storiche di Trenord, è stato istruttivo vedere come si mantengono i treni in servizio». Appassionato di foto, ha realizzato il book fotografico per la scuola al Festival del Diritto. Alessandro Scrabbi è di Pontedellolio, il "Leonardo" gli è stato consigliato da uno zio disegnatore meccanico, «A fine scuola direi che mi ha indirizzato giustamente, mio papà aveva lavorato alla Tevi, purtroppo ora chiusa, una volta a Ponte c'erano diverse industrie, ma ora non ci sono più opportunità sul territorio, io sono disposto ad andare anche all'estero, andrò dove il lavoro mi porta, forse sono influenzato dalla classe multietnica». Zydi Bushi è di origine albanese ed ha seguito l'esempio del fratello maggiore che già aveva frequentato il "Leonardo". «Una buona scelta, lui ha già trovato il lavoro e spero presto anch'io, come meccanico, ho frequentato anche i tre corsi di sicurezza, "Rspp", sul lavoro nell'industria manifatturiera». Nelle ultime due estati ha avuto un "assaggio" di vita da adulto ed ha imparato cosa significhi avere responsabilità «ho lavorato un po' con mio papà, che fa il muratore, con mio fratello e in una cooperativa come facchino, purtroppo lavori non inerenti il mio studio, ma meglio che non fare nulla». Albanese anche Ardian Sefa, a Piacenza dal 2000, con i genitori e la sorella che frequenta la scuola alberghiera "Marcora". Lui è pendolare di San Giorgio. La maturità è un traguardo importante ed è in attesa di risposte da alcune aziende: «Ho frequentato gli stages della scuola e sono riuscito a stabilire qualche contatto, mi hanno detto di ripassare dopo la maturità». Trattative in corso anche per Luis Enrique Matute Mendia, Diego Leonardo Calle Sanchez e Gilson Ricardo Sanchez Tizon, ecuadoregni con storie comuni di figli di migranti. L'arrivo delle mamme "coraggio" che da sole hanno spianato la strada per la famiglia, trovando prima un lavoro per sé e poi organizzare l'arrivo dei figli. La difficoltà di lingua superata con l'aiuto di insegnanti e di nuove amicizie, una scuola attenta e prodiga di opportunità extradidattiche, la capacità di sopportare le fatiche in previsione di un premio: il lavoro e la famiglia, sono tutte variabili che li hanno spinti a dedicarsi con profitto agli studi e a non perdere il treno del futuro. La stessa storia di Jovan Atanasov, macedone di Strumiza, cittadina che a Piacenza ha una numerosa comunità. «All'inizio avevo molta curiosità, di una nuova vita nuova cultura, nonostante il dispiacere di lasciare i miei amici». Il premio? «Una riconoscenza del nostro impegno, ce lo siamo meritato e ci serve economicamente».
Maria Vittoria Gazzola
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