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Sabato 12 Aprile 2014 - Libertà

Comunicare ma senza conflitti

La lezione di Fioretto all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano:
«Nella comunicazione contano non tanto le parole quanto gli elementi intimi»

Qual è, ma soprattutto cosa è la quintessenza della comunicazione di cui ha parlato nell'ambito di Omeofest, l'altra sera all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Federico Fioretto? Fondamentalmente sta nell'abbattimento dei conflitti anche se tutto nasce secondo il comunicatore piacentino, dal fatto che sempre più persone oggi hanno difficoltà di comunicazione e di relazione; pertanto alla base di una buona comunicazione sta prima di ogni altra cosa l'"esserci", che nei linguaggi odierni sta diventando sempre più raro. «Studi scientifici - ha detto - ci dimostrano che la componente verbale della comunicazione, cioè il significato delle parole, conta pochissimo, mentre una quantità di elementi intimi, come gli stati d'animo, i sentimenti e le intenzioni, - possono trasmettersi in modo non verbale attraverso il meccanismo "mirror", governato dai cosiddetti neuroni specchio, scoperto dall'equipe del neuroscienziato Giacomo Rizzolatti».
Secondo Fioretto si tratta di recuperare autenticità e aprirsi verso gli altri senza pregiudizi per favore la possibilità di incontrarsi e comunicare in modo autentico: «Fare qualcosa insieme - ha aggiunto - è essenziale a rendere più produttivi gli "accordi vitali", che sono lo scopo principale della comunicazione. Quando questa non è efficace, si mettono in atto i cosiddetti "accordi mortali", che sono poi la conflittualità e l'incompatibilità di scopi, reali o apparenti, di fatto però l'altro diventa ostacolo alla realizzazione dei miei obiettivi e pertanto dà origine a conflitti che arrivano a consumare l'energia delle parti».
Secondo Fioretto oggi la scienza e in particolare l'antropologia, la biologia, le neuroscienze e la teoria matematica dei giochi, hanno accumulato prove di ogni tipo sull'innata propensione alla cooperazione e alla collaborazione degli esseri umani: «I nostri comportamenti sono influenzati da fattori culturali che provocano un condizionamento molto forte, che può essere corretto con l'applicazione di metodologie adeguate per sconfiggere la cultura del conflitto. L'interesse sempre crescente verso metodologie volte alla risoluzione dei conflitti e alle modalità più efficaci di comunicazione sono basilari. Per trasformare i conflitti occorre recuperare i bisogni essenziali spesso insoddisfatti delle due parti in contrasto e individuare soluzioni creative ed efficienti».
A questo è finalizzato il metodo della Comunicazione Trasformativa che Federico Fioretto ha sviluppato in anni di ricerca e che insegna ed applica come formatore e consulente di privati, imprese e istituzioni. Fioretto ha poi coinvolto i presenti a riconoscersi nella modalità-killer della comunicazione attraverso esempi concreti, situazioni paradossali per scoprire i mille tranelli dei quali quotidianamente siamo vittime. I "killer" vanno tolti di mezzo, e la Comunicazione Trasformativa serve proprio a recuperare la capacità di decodificare i messaggi che scambiamo in ogni istante della nostra vita; per avere una qualità migliore, la salute e la prosperità.

Ma. Mol.

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