Domenica 13 Aprile 2014 - Libertà
Uno sguardo sull'arte del secondo dopoguerra
In un allestimento pensato in chiave divulgativa
piacenza - E' visitabile fino al 30 maggio la mostra Quadri di una collezione che nello spazio espositivo di Palazzo Rota Pisaroni consente di apprezzare la raccolta di quadri venutasi a costituire durante il mandato di Giancarlo Mazzocchi, all'indomani quindi della nascita della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della quale è stato il primo presidente.
I dipinti sono normalmente custoditi negli uffici o comunque in ambienti non sempre accessibili al pubblico, da qui l'idea dell'attuale presidente Francesco Scaravaggi di promuovere una mostra per far conoscere queste opere nel modo più ampio. Scaravaggi, che è intervenuto all'inaugurazione insieme al curatore dell'esposizione, Eugenio Gazzola, ha sottolineato come lo stesso allestimento sia stato pensato in un'ottica didattica e divulgativa, anche tramite le nuove tecnologie: un touchscreen al centro della sala permette infatti un'esplorazione multimediale e dinamica delle tematiche sollevate dalle opere di: Giorgio Bellandi, Rinaldo (Aldo) Bergolli, Bruno Cassinari, Alfredo Chighine, Franco Francese, Ennio Morlotti e Ludovico Mosconi.
Se cronologicamente in qualche caso si arriva anche agli anni '80-'90 del secolo scorso, Gazzola ha ribadito come la stagione protagonista della mostra sia il periodo del secondo dopoguerra, fino al boom economico degli anni '60: «Nonostante di Cassinari e di Morlotti siano presenti anche quadri successivi, le esperienze degli anni '50 e '60 furono per loro fondamentali».
Dunque, da un lato, i testi del catalogo e delle didascalie ricordano cosa abbia significato la fase della ricostruzione nell'Italia della prima repubblica, attraverso riferimenti anche al cinema, alla musica, alla letteratura dell'epoca, dall'altro si focalizza l'attenzione sulla vivacità dell'ambito lombardo, al quale vengono ricondotti gli stessi piacentini Bruno Cassinari e Ludovico Mosconi, che avevano lo studio a Milano, dove del resto Cassinari si era trasferito definitivamente da giovane.
Per cogliere le valenze della ricerca espressiva di artisti molto diversi tra di loro, pur con tratti in comune e, per esempio, tra Cassinari e Morlotti, il legame di una lunga amicizia, Gazzola invita il visitatore proprio a conoscere meglio l'humus culturale milanese, nelle tensioni tra realismo e astrattismo, fino all'esplosione dell'arte concreta, articolata in molteplici movimenti, con la figura di Pietro Manzoni, celebrata in queste settimane al Palazzo Reale di Milano, a far da irriverente e provocatorio spartiacque tra informale e concettuale.
La mostra ha una sorta di colonna sonora grazie a un filmato sullo Studio di fonologia musicale avviato nel dicembre del 1954 alla Rai di Milano da Bruno Maderna, Luciano Berio e il tecnico Marino Zuccheri, «sperimentando nuove interazioni tra strumenti acustici e suoni prodotti elettronicamente da sintetizzatori musicali».
La mostra, realizzata con il coordinamento organizzativo di Tiziana Libè, è aperta a ingresso libero, in via Sant'Eufemia 13, da lunedì a sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Domenica su prenotazione. Sabato e domenica l'accesso per i disabili è su prenotazione.
Anna Anselmi