Mercoledì 2 Aprile 2014 - Libertā
I Cameristi della Scala di scena al Municipale
Venerdė per la stagione concertistica da Vivaldi a Piazzolla con il complesso scaligero e il violinista Francesco Manara
piacenza - Prosegue, venerdė alle 21 la stagione concertistica 2013/2014 della Fondazione Teatri di Piacenza con la performance dei Cameristi della Scala accompagnati per l'occasione dal violinista Francesco Manara. Il concerto, intitolato Otto stagioni, vedrā l'esecuzione in sequenza de Le Quattro Stagioni da Il Cimento dell'Armonia e dell'Invenzione op. 8 di Antonio Vivaldi (1678-1741) e Las cuatro Estaciones porteņas di Astor Piazzolla (1921-1992) al fine di mettere in evidente risalto le affinitā e le differenze dei brani. Se Vivaldi si ispira molto fedelmente alla natura e ai cambiamenti che questa subisce al mutare delle stagioni, Piazzolla invece sembra descrivere la varietā delle emozioni umane, in un clima che non conosce i rigidi freddi europei, dove l'aria č costantemente densa e pregna di sensualitā e la musica č attraversata dal pių ampio spettro degli stati d'animo: da una calma dolce o piena di dolore alla violenza della passione.
Quello che accomuna le Stagioni vivaldiane e le Cuatro estaciones porteņas di Astor Piazzolla č innanzitutto la curiositā nei confronti degli aspetti pių disparati della vita umana. Troviamo in questi pezzi la stessa varietā di situazioni, la stessa attenzione ai piccoli particolari. Tutto viene espresso attraverso il linguaggio del tango, dotato di una gestualitā e di una corporeitā travolgenti. Questo lo rende il linguaggio pių adatto a esprimere la vita di una cittā cosmopolita e dinamica come Buenos Aires, cui sono ispirati questi brani (porteņo si chiama appunto l'abitante di quella cittā, e il nome evoca al contempo l'idea di un porto aperto sul mare). Buenos Aires č terra di passaggio e di mescolamento di popolazioni diverse. Il tango nasce proprio da questa miscela. Egli scrisse le Cuatro estaciones porteņas in tempi differenti, fra il 1965 e il 1970, per il suo primo Quintetto, in cui egli stesso suonava il bandoneon, Antonio Agri il violino, Oscar Lopez Ruiz la chitarra, Kicho Diaz il contrabbasso e Jaime Gosis il piano. Il primo pezzo a veder la luce fu Verano porteņo, composto nel '65 dopo la prima tournée del Quintetto negli Stati Uniti e in Brasile. Faceva parte delle musiche di scena di una pičce teatrale di Alberto Rodriguez Muņol, intitolata Melenita de oro. Le tournée del Quintetto erano state promosse dal governo argentino per mostrare all'estero le nuove tendenze della musica nazionale. Sempre nel 1965 Piazzolla collabora con Jorge Luis Borges mettendo in musica le milonghe della raccolta poetica Para las seis cuerdas. Quelle milonghe ritraggono figure leggendarie di malviventi dei bassifondi porteņi, dai nomi evocativi, Jacinto Chiclana, Manuel Flores, Don Nicanor Paredes.
E un tono canagliesco si puō cogliere nella Primavera porteņa. Il coltello, compagno inseparabile del guapo, č evocato dai glissandi stridenti dei violini, che sembrano voler sfigurare la musica. Una ampia gamma di effetti percussivi accompagna l'esposizione del tema principale, nervoso e scattante. Se da un lato Piazzolla sperimenta un sound decisamente inedito, dall'altro fa ricorso alla tecnica arcaica del contrappunto, con l'entrata scaglionata degli strumenti, per sbalzare il tema principale.