Giovedì 3 Aprile 2014 - Libertà
Autismo: Piacenza fa scuola
Una rete di servizi Asl per garantire una migliore qualità di vita
E' sempre col cuore che si sfondano i muri, anche quello invisibile del silenzio di un piccolo essere, che, pur inserito in una comunità dialogante, non mostra alcun interesse a comunicare, interagire o socializzare.
E' il cuore di chi vuole battere le difficoltà per sentirsi chiamare "mamma" o "papà". Genitori che non si fermano davanti all'apparenza, che sanno vedere oltre, appunto l'autismo.
A Piacenza sono 212 le persone autistiche delle quali 155 sono minori. Si tratta di un difetto che compare alla nascita con un incidenza stimata dal tre al cinque per mille. Una "neurotipicità" riconosciuta poco più di una trentina di anni fa. Nella nostra città gode di un elevato livello di attenzione grazie ad una sviluppata rete diagnostica delle malattie neuro infantili: l'Ausl ha attivato 11 poliambulatori. Non si guarisce, ma la rete di aiuto e servizi fa star meglio pazienti e famiglie, come quella di Maria Grazia Ballerini presidente di "Oltre l'autismo" che ha introdotto la conferenza della "Giornata mondiale per la consapevolezza dell'autismo" tenuta ieri nella sala Piana dell'Università Cattolica. «Siamo città privilegiata in questo settore - ha continuato -, grazie al sindaco abbiamo una sede dove possiamo lavorare e servizi che ci supportano».
«Anni fa ci sentivamo impotenti - gli ha fatta eco il primo cittadino riferendosi anche alla sua storia familiare -, ora ci sono tante figure che capiscono le difficoltà, ora c'è un modo culturale diverso di affrontare il problema, continuiamo insieme».
Una rete che ha ampliato il servizio di accompagnamento oltre la maggiore età, ha spiegato il dottor Giulano Limonta dell'Ausl di cui parliamo nell'articolo sottostante, con il supporto dell'Unità psichiatrica per costruire un "progetto di vita".
«A Piacenza c'e un modello di aiuto e accompagnamento altamente qualificato perché studiato sulla persona e adattato di volta in volta». Il percorso si realizza in tre fasi di età, da 0-16, da 16-18 e da 18-30, elaborato dal servizio di collegamento tenuto dal dottor Corrado Cappa, direttore dell'Unità di Psichiatria dell'Azienda sanitaria, anche perché il concetto di qualità della vita, comunemente noto, deve invece essere adattato individualmente in queste persone. «Il passaggio cruciale è quello tra 16-18 anni, quando si lascia la scuola, e per questo c'è uno specifico team di transizione». Il programma è articolato «in tante sub equipe operative, sono otto, con operatori di varie professionalità e si sviluppa attraverso incontri individuali, con la famiglia, l'inserimento nel lavoro, training di abilità sociali, esperienze educative, vacanze autogestite, giornate di vita comune, gite e svaghi, cinema e attività sportive».
Sono seguiti interventi specifici, in particolare il professor il professor Paolo Moderato (ordinario di Psicologia dell'Università IULM), su "Analisi del comportamento, miti, leggende e realtà" invitando i genitori ad affinare «una consapevolezza e una competenza genitoriale», di considerare sempre «un sostegno psicologico per affrontare le difficoltà quotidiane». Il professor Luigi Croce (Università Cattolica di Brescia) ha esposto esperienze di metodologie: «
Creare collegamenti fra strumenti e approcci comportamentali, strategie e risorse, cioè il sostegno utile allineandolo alle buone pratiche». Il dottor Giovanni Miselli (Asl Reggio Emilia) ha sottolineato l'importanza della famiglia «che dev'essere supportata e coinvolta».
Alla giornata sono intervenuti inoltre la direttrice didattica del V Circolo (elementare Vittorino da Feltre) Lidia Pastorini per anni sede dell'associazione e "Centro servizi autismo"; il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Francesco Scaravaggi e il presidente di Confapi Cristian Camisa che hanno promesso il sostegno.
Maria Vittoria Gazzola