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Venerdì 4 Aprile 2014 - Libertà

«Dal Vivaldi descrittivo alle ritmiche di Piazzolla»

Il violinista Francesco Manara con i Cameristi della Scala stasera nelle "Otto Stagioni" per la Concertistica al Municipale

piacenza - Questa sera alle 21 la Stagione concertistica in corso, curata dalla Fondazione Teatri, ospita i Cameristi della Scala, che per l'occasione accompagnano uno dei più squisiti violinisti viventi: Francesco Manara.
Le qualità tecniche, musicali ed espressive di Manara rappresentano la vetta di quella realtà cameristico-orchestrale, specialmente in qualità di solista, che l'Italia vanta in tutto il mondo.
Ed il programma del concerto è di sicuro appeal: si tratta infatti delle Otto stagioni ossia dell'esecuzione in sequenza de Le Quattro Stagioni da Il cimento dell'armonia e dell'invenzione op. 8 di Antonio Vivaldi (1678-1741) e Las cuatro Estaciones porteñas di Astor Piazzolla (1921-1992) al fine di mettere in evidente risalto le affinità e le differenze dei brani. Se Vivaldi si ispira molto fedelmente alla natura e ai cambiamenti che questa subisce al mutare delle stagioni, Piazzolla invece sembra descrivere la varietà delle emozioni umane.
Ma delle caratteristiche musicali di ciascun brano, parliamo direttamente con il violinista Manara.
Maestro, quali sono le altre caratteristiche musicali del programma che lei suonerà come solista?
«Musicalmente, diciamo subito che le Otto Stagioni in programma hanno un senso. Le eseguiremo tutte, a partire da La Primavera di Vivaldi, le cui Quattro Stagioni sono sicuramente tra i brani più eseguiti in assoluto al mondo, fino a tutte le Las cuatro Estaciones porteñas di Piazzolla, per il quale le Stagioni acquistano nuova luce. In pratica, non si tratta di una musica descrittiva come quella di Vivaldi. Piazzolla, invece di descrivere delle situazioni, punta molto sui colori e sulle impressioni, oltre che sulle ritmiche. Piazzolla infatti inserisce il Tango un po' dappertutto».
Dal punto di vista di un violinista, più avvezzo a canoni classici, è piacevole eseguire Piazzolla?
«Sì, è molto piacevole. Del resto, si tratta di una trascrizione, del russo Desyatnikov, per il violinista Gidon Kremer, e dunque ripensata proprio per il violino».
Il pubblico piacentino ha spesso avuto l'occasione di applaudirla anche nel Quartetto d'Archi del Teatro alla Scala. E, oltre al concerto di Piacenza e agli impegni milanesi scaligeri, so che ha molte attività in corso.
«Come Cameristi abbiamo fatto una tournée negli Stati Uniti, suonando anche alla Carnegie Hall, e replicheremo in ottobre. Abbiamo suonato le Otto Stagioni in tutto il mondo, anche grazie alla Eni che ci sostiene quando andiamo all'estero e abbiamo proposto questo programma un po' ovunque, dalla Spagna alla Scandinavia e fino in Russia. E' un programma che piace molto al pubblico. Io, inoltre, ho una mia attività solista, con il Quartetto e con altri ensemble. Inoltre, anche per motivi personali, ho un rapporto stretto con il Sudamerica, dove vivo per una buona parte dell'anno e dove mi esibisco spesso».

Eleonora Bagarotti

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