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Venerdì 4 Aprile 2014 - Libertà

I malati si curano con la "quintessenza"

E' il tema della settima edizione dell'Omeofest che si è aperto in S. Ilario per concludersi il 13 aprile
Il ricercatore Carlo Conti: «Ogni individuo va concepito nella sua totalità e non come una macchina»

Alchimia, spagiria e omeopatia, tre discipline differenti che racchiudono lo stesso significato: siamo tutti diversi. Ciò che può essere utilizzato per curare il malessere di una persona potrebbe quindi non andare bene per un'altra, e viceversa. L'importante è considerare sempre il corpo umano come un tutt'uno intriso di energia vitale e non come una macchina. La visione olistica della vita è stato il punto di partenza della settima edizione dell'Omeofest - Festival dell'omeopatia e delle scienze umane di Piacenza, che si è aperto mercoledì sera con il primo appuntamento tenuto nell'auditorium Sant'Ilario.
"La quintessenza", questo il tema portante della manifestazione di quest'anno (in programma con eventi informativi pubblici fino al 13 aprile), realizzata in collaborazione con Comune di Piacenza, le associazioni Idea d'Europa, Aispes e Banda Larga, il patrocinio dell'Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Piacenza e Università degli studi di Genova e gli sponsor Guna Omeopatia d'Avanguardia, Vodafone, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Banca di Piacenza, Iren, Ionrg, Cemon, Similia, Erboristeria Trevisan, Demer, Assicurazioni Generali, Centro Diagnostico Redi, Azimut e Steriltom.
Il primo esperto a intervenire sul tema è stato dunque il dottor Carlo Conti, ricercatore e operatore spagirico, introdotto dal direttore del comitato organizzatore dell'Omeofest Maurizio Botti e dall'assessore al commercio Katia Tarasconi, che ha ringraziato lo stesso Botti, «che di fatto è l'Omeofest da tanti anni e con il suo impegno continuo aiuta i piacentini a vivere meglio». La relazione di Conti "La quintessenza della cura. Dall'alchimia all'omeopatia" è servita per tracciare il quadro generale di come si sono evolute le tre diverse discipline alchimia, spagiria e omeopatia. «Il concetto che ne sta alla base arriva da molto lontano, da quel papiro di Ebers risalente all'incirca all'epoca degli Egizi del 1500 avanti Cristo, che contiene tutti i segreti della medicina di quel tempo e la concezione che avevano della salute dell'uomo - ha spiegato - per esempio, per loro il cuore era un grosso contenitore con all'interno tutte le qualità della persona».
Intuizioni che nel corso dei secoli successivi sono stati approfonditi da scienziati importanti «come Paracelso, un riformatore» e che in seguito hanno dato vita a questi tre metodi, tutti incentrati su processi naturali dai quali è possibile estrarre la cosiddetta quintessenza e renderla assimilabile dall'organismo umano per curarsi da determinati mali. «È interessante vedere come ancora oggi alchimia, spagiria e omeopatia siano ancora tutte ben presenti, ognuna ha aggiunto qualcosa alle altre - secondo Conti - perché la visione che le caratterizza è la stessa. Una visione olistica, che concepisce l'essere umano come un tutt'uno, e che si può curare agendo sulla sua energia vitale. Questo è dunque il punto di partenza di tutta la nostra cultura e della medicina, ogni persona è diversa da un'altra e presenta dei sintomi diversi pur avendo il medesimo malessere. Ne consegue che ogni individuo va concepito nella sua totalità per essere curato e non deve essere considerato come un grosso uomo-macchina».

Gabriele Faravelli

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