Mercoledì 9 Aprile 2014 - Libertà
«Il Piacenza Jazz Fest ora sbarca in Valdarda»
Dopo il successo della manifestazione, Azzali annuncia un'appendice estiva
di PAOLO SCHIAVI
«Piacenza Jazz Fest": arrivederci... a tra poco. «Siamo al lavoro per un'appendice estiva del festival in Valdarda - ci spiega Gianni Azzali, presidente del Piacenza Jazz Club - ne stiamo gettando le basi in questi giorni insieme alle amministrazioni comunali e alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che devo molto ringraziare perché, dopo l'impegno profuso anche in questa undicesima edizione del Jazz Fest appena conclusa, ha sposato con grande slancio la nuova avventura».
Una propaggine estiva del Jazz Fest, dunque. «Potrebbe intitolarsi Valdarda Jazz, ma è un nome provvisorio - continua Azzali - e si dipanerà in 5 o 6 concerti. Il primo potrebbe essere a fine giugno nel cortile di Palazzo Rota Piseroni in via Sant'Eufemia, ma è ancora sicuro. Senz'altro la rassegna, in luglio, interesserà la parte medio-alta della vallata, tra Vigoleno, Castellarquato, Vernasca, Lugagnano e Morfasso. Saranno proposte adatte ad una fruizione estiva, di piazza, con ingresso libero. Un progetto sviluppato insieme alla Fondazione per non trascurare l'altra grande vallata della provincia oltre alla Valtidone, ben valorizzata dal festival di Livio Bollani».
Quanto alle presenze, non è facile fare un bilancio, quest'anno. Se da un lato «si è registrata una lieve flessione sui "main concert" nei teatri» dall'altro bisogna considerare l'iniezione di spettatori portata dalla nuova rassegna diffusa nei locali e nei pub Piacenza suona jazz. «L'iniziativa ha portato un grande coinvolgimento di pubblico e ha lasciato molto contenti sia i gestori dei locali che i musicisti. Senz'altro l'anno prossimo ripeteremo e potenzieremo il progetto: diventerà un vero e proprio festival a se stante».
Piacenza suona jazz, come ricaduta, ha forse spinto qualche "non addetto" ad acquistare un biglietto per uno dei concerti principali? «È presto per dirlo, abbiamo gettato un seme. Dopo 11 anni di festival molti piacentini ancora non ne conoscono l'esistenza, quindi già vedere tanti curiosi sfogliare la brochure del programma significa aver centrato il segno. La cosa più bella del festival d'altra parte è la sua capacità di portare il jazz là dove non te lo aspetti. All'ipermercato Gotico. Per le vie del centro, col festoso spettacolo itinerante della Girlesque Street Band. E in carcere, dove anche quest'anno si è consumato il momento per me più emozionante».
Altra novità di quest'anno, il coinvolgimento delle scuole. «Siamo andati alle elementari di Cadeo e Pontenure e ai licei "Gioia" e "Cassinari" per le superiori. Il percorso formativo di workshop e concerti didattici verrà riproposto e allargato; anche il "Respighi" vuole entrare a farne parte. Credo che riproporremo, in maniera strutturata, dopo l'esperimento fuori programma di quest'anno, anche l'esperienza del "Pedibus", camminata musical-didattica con i bambini nel tragitto casa-scuola, seguita da una piccola lezioncina in classe».
Quanto agli aspetti organizzativi, «è filato tutto liscio - osserva Azzali - e se il meccanismo è ormai ben rodato lo devo allo staff di collaboratori e volontari, sempre più numerosi e competenti». Il pagellino dei concerti? «Non amo farlo. È difficile mettere a confronto proposte così diverse. Senz'altro menzionerei Bill Frisell, campione di creatività coi suoi progetti sempre diversi l'uno dall'altro nonostante la marca riconoscibilissima del suo suono, e il duo Simcock-Goloubev, che sta tracciando una nuova frontiera del fare jazz grazie ad un suono raffinato e molto contemporaneo pur senza rientrare nel "free"».
Infine, qualche anticipazione sul 2015. «La mia idea, per ora, è organizzare un grosso pre-festival, imperniato su Piacenza suona jazz e sulle attività collaterali, nel mese di marzo, e di spostare a maggio il cartellone principale, in concomitanza con l'avvio dell'Expo. Magari con un concerto-staffetta conclusivo in Piazza Cavalli, un passaggio di testimone tra il Jazz Fest che finisce e il Valtidone Festival che inizia. Ogni scelta di cartellone, data e location, sarà ponderata "ad hoc" in sinergia con il tavolo di regia approntato da Fondazione e Comune, per coordinare al meglio tutti i progetti culturali che gravitano attorno alla fiera».