Martedì 8 Aprile 2014 - Libertà
Viaggio sulle punte alle sorgenti della vita
Suggestive coreografie al Municipale con la compagnia Cosi-Stefanescu
di MATTEO PRATI
Una plumbea brughiera, i fumi della nebbia, un viaggio alle sorgenti della vita. Una scenografia lunare, notturna, colori tenui e palpiti generosi. La suggestione di una natura che apre le sue braccia con una certa asprezza, una nuova stagione sta nascendo, danza di vita e di morte. L'uomo è obbligato al dialogo con l'esistenza primitiva. Un uomo legato agli elementi che lo circondano. Sullo sfondo si eleva un anelito di pace che porterà a pronunciare un netto "No" alla violenza.
Quadri dinamici che incorniciano il bellissimo Risveglio dell'umanità, balletto in due parti di Marinel Stefanescu andato in scena al Municipale (scene di Hristofenia Cazacu, costumi di Stefanescu e Cazacu, luci di Marinel Stefanescu). La serata è stata promossa dal movimento dei Focolari grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e in collaborazione con il Comune di Piacenza. Sul palco i 31 danzatori della "Compagnia di balletto classico" di Liliana Cosi, maitre du ballet, e Marinel Stefanescu coreografo ed ideatore dello spettacolo che si è sviluppato sulle musiche di Igor Stravinskij con Sagra della Primavera, Bedrich Smetana con Moldava e Adrian Enescu sulle note di Dialogo con l'infinito.
Poco prima dell'inizio Liliana Cosi si è affacciata in palcoscenico per spiegare la genesi di questo balletto incantatore e per rivolgere il suo ringraziamento ad organizzatori, istituzioni e all'Assofa. Il balletto è stato ripreso eccezionalmente per questa stagione, in occasione del centenario della creazione della Sagra della Primavera. Stravinskij compose a soli 31 anni questo capolavoro che diede un segnale di svolta nella storia della danza. E la sua Primavera ha alimentato una parte del primo atto del Risveglio dell'umanità. La storia è nota ma nel plot dello spettacolo di Stefanescu l'uomo non uccide per il consueto rito di primavera. L'uomo controlla il suo istinto primordiale evitando di alzare la mano sulla Natura che gli è fonte di vita. Nessun sacrificio ma un sussulto di umanità. La scena poi si trasferisce nei territori fiabeschi della Moldava di Smetana, Qui l'essere umano si trova a dialogare con i sette elementi: il Fuoco, l'Acqua, la Terra, l'Aria, l'Animale, il Mare, la Vegetazione. Bellezza, vitalità, travaglio. La riflessione intima dell'uomo è issata al centro del secondo atto caratterizzato dalle partiture dense di inquietudine di Adrian Enescu, compositore rumeno vivente, autore del Dialogo con l'infinito. Un colloquio interiore, l'uomo si guarda dentro, scruta in fondo all'animo, si chiude per poi rinascere. Una dura battaglia lo attende: la Pace e la Violenza a fronteggiarsi. L'obnubilamento lascia spazio alla ragione. La scelta è compiuta: l'uomo vira sulla Pace come definitiva compagna della sua vita. Nel cast di assoluto livello si segnalano molti giovani danzatori: il primo ballerino albanese Rezart Stafa (l'Uomo) e i solisti Bianca Assad (Natura, Pace), Tiljaus Lukaj (Fuoco e Guerra), Colette Gasperini (Terra), Beatrice Bartolomei (Acqua), Ilaria Grisanti (Aria), Akira Akyama (l'Animale), Michela Mazzoni (il Mare), Maria Teresa Vannelli (la Vegetazione), Andrea Caleffi (la Violenza).
Matteo Prati