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Sabato 22 Marzo 2014 - Libertà

«Qui è custodita l'identità dei piacentini»

Autorità civili e militari ma anche studenti alla cerimonia che Unuci e Fondazione hanno inaugurato per ricordare alla città l'esistenza e il rispetto del Famedio, "casa" dei caduti in guerra

Un luogo-simbolo, sotto le volte del Gotico in piazzetta Mercanti. Il Famedio coi nomi delle centinaia di giovani piacentini che in occasione delle due guerre pagarono con la vita il loro anelito di libertà, non vive di riflettori. Anzi, ad eccezione del 2 giugno e del 4 novembre, il luogo rischia di sprofondare nell'anonimato, se non nella trascuratezza.
Unuci e Fondazione di Piacenza e Vigevano si sono messi d'impegno per riportare sulla ribalta ideale dei piacentini - e soprattutto delle giovani generazioni - quello che dovrebbe risultare l'Altare della patria di Piacenza. E ieri la promessa di portare in piazza autorità e giovani è stata mantenuta. Non grossi numeri, perchè l'iniziativa è al suo numero zero. Ma tante presenze sufficientemente incoraggianti a far preludere il ripetersi di una cerimonia che Sandro Molinari, presidente Unuci, vorrebbe istituzionalizzare in un paio di date all'anno. Molinari, insieme al presidente della Fondazione Francesco Scaravaggi e all'assessore Silvio Bisotti per il Comune di Piacenza, hanno presenziato alla cerimonia dove sono intervenuti autorità militari, i labari della associazioni d'armi, il gruppo Bandiera dell'Unuci (unione ufficiali in congedo), rappresentanti della Prefettura e della questura di Piacenza oltre che del Comune di Piacenza e dell'Anpi provinciale. «Benvenuti a questa cerimonia di alto significato e valore civile - ha detto Molinari - come Stefano Pareti ha scritto su Libertà, qui siamo nel cuore e nell'anima di Piacenza. Qui vi è il luogo civico più alto, qui l'altare della patria con i nomi di tanti, tantissimi piacentini. Se leggiamo i loro nomi, ci riconosceremo. Dobbiamo essere a loro grati e riconoscenti per il loro sacrificio. Questo Famedio è il luogo dell'identità, qui si situa il nostro senso di appartenenza. La negligenza patita da questo luogo - ha rimarcato Molinari - è riferita a tutti quei cittadini di Piacenza che ne ignorano l'importanza, magari abbandonandovi davanti l'auto». Il vescovo monsignor Gianni Ambrosio ha fatto avere ieri agli organizzatori un breve messaggio in cui si dice convinto del significativo tributo al sacrificio di tanti piacentini rappresentanto dalla cerimonia. Un pensiero è stato rivolto anche ai militari caduti nelle missioni umanitarie, e tra questi il pontiere di Piacenza Daniele Palladini (alla cerimonia era presente il comandante del Secondo Reggimento Pontieri il colonnello Rocco Capuano). Commosse le parole di Scaravaggi, che al progetto ha procurato immediato appoggio. Bisotti, per Palazzo Mercanti, portando il saluto del sindaco Paolo Dosi, ha fatto sapere della «piena, assoluta condivisione dell'iniziativa da parte istituzionale». Il cappellano militare, don Bruno Crotti, ha impartito la benezione alla corona di alloro.

Simona Segalini

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